Sanità, Cisl Calabria: “dopo la sentenza della Consulta mettere mano con urgenza alle questioni sul tappeto”

Anna Franchino

«È sempre antipatica l’affermazione “l’avevamo detto” – scrive in una nota Tonino Russo, Segretario generale di Cisl Calabria –, soprattutto quando ci sono di mezzo sanità e diritti, ma la sentenza della Consulta relativa ad alcuni profili di incostituzionalità del “decreto Calabria” mette il dito su una piaga che il sindacato confederale aveva fortemente evidenziato come un rischio prima che la stesura del decreto fosse completata. Avevamo chiesto, infatti, che al Commissario fosse data la possibilità di scegliere i componenti del proprio ufficio al di fuori dell’apparato della Regione. L’avevamo gridato davanti alla Cittadella della Regione Calabria, l’avevamo detto al Ministro Speranza.

I Commissari per il piano del rientro del deficit della sanità calabrese succedutisi in undici anni – prosegue Russo – hanno sicuramente, in ragione del loro compito, la responsabilità del sostanziale fallimento del commissariamento, che non ha raggiunto l’obiettivo prefissato e che ha aggravato la situazione del sistema sanitario regionale con un ulteriore abbassamento dei Livelli Essenziali di Assistenza per i cittadini. È tuttavia chiaro che le responsabilità non sono solo dei Commissari. È importante, perciò, sottolineare alcune questioni da affrontare con urgenza.

Il Commissario, scelto per competenza e autorevolezza e non per appartenenza politica, deve essere messo in condizione di operare con un ufficio dotato di personale esperto, proveniente non dagli uffici regionali e non legato in alcun modo alle gestioni precedenti della sanità calabrese. Deve essere affrontato un percorso finalizzato anche a sradicare il malaffare annidatosi dentro il sistema. 

La politica deve fare non uno, ma più passi indietro nella gestione della sanità: deve legiferare e dare indirizzi, ma lasciare spazio alla competenza, soprattutto in una fase delicata in cui si va verso le elezioni regionali e, di colpo, molti sembrano svegliarsi e accorgersi del disastro del sistema sanitario. Si dovrebbe chiedere loro dov’erano in tutti questi anni e da che parte stavano.

Il debito del sistema sanitario regionale è stato non alleggerito, ma aggravato durante le gestioni commissariali volute e decise dai Governi nazionali: dunque, non può ricadere sulle spalle dei cittadini calabresi, perennemente incatenati a un deficit che non hanno creato e di cui pagano le spese senza che sia loro garantito il diritto alla salute. Il debito deve essere azzerato dal Governo, perché è il Governo che ha nominato i Commissari.

Bisogna rimettere ordine in un sistema sanitario in cui il privato deve integrare e non sostituire il pubblico, nell’ambito della programmazione dei servizi ai cittadini.

Se c’era qualcuno che doveva controllare, non ha controllato o non ha controllato bene. Non sono i cittadini a dover pagare anche per questo. Bisogna rivedere il sistema dei controlli e delle verifiche.

Mettere mano a queste cose – sottolinea Russo – non è urgente, è urgentissimo; è la precondizione per assumere nuovo personale sanitario e integrare gli organici, stabilizzare i precari che stanno garantendo molti servizi, riordinare la rete ospedaliera, riorganizzare la medicina territoriale perché ai calabresi sia assicurata la fruizione dei LEA, come avviene nel resto del Paese, e si metta fine ai “viaggi della speranza” in altre regioni, dove tra l’altro vengono spese risorse pubbliche che in un sistema efficiente dovrebbero restare in Calabria.

Chi opererà in questa direzione sa che potrà sempre contare sulla collaborazione di un sindacato confederale che da tempo denuncia inefficienze e malaffare e sente il dovere di dare voce a tutti quei cittadini che non hanno voce. La Cisl – conclude il Segretario generale regionale Tonino Russo – è pronta ad affrontare questo percorso e a sedere ad ogni tavolo di confronto, perché le questioni sul tappeto siano affrontate e il più presto possibile».

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