Sanità, manifestanti Cittadella: “no a precariato senza diritti”

Anna Franchino

Era un “popolo” variegato quello che stamani è sceso in piazza a manifestare davanti la Cittadella regionale per rivendicare, non solo la fine del precariato, ma anche sicurezza sul lavoro ed una sanità che sia realmente pubblica. Sindacalisti, rappresentati di partiti e movimenti, ma anche studenti, disoccupati, lavoratori, precari e stagionali, si sono ritrovati davanti la sede della Regione per un sit-in pacifico. Tra essi anche infermieri assunti con contratto Cococo che operano nei reparti Covid dei vari presisi ospedalieri che rivendicano diritti che, finora, non si sono visti riconosciuti come, ad esempio, il riconoscimento della malattia o dell’infortunio sul lavoro. Alcuni di loro, raccontato i colleghi, avrebbero contratto il Covid in servizio. Costretti a rimanere a casa non è stata loro riconosciuta nemmeno la malattia che, quindi, non è stata retribuita. “Ogni giorno – commentano – rischiamo per noi e per le nostre famiglie, ma non abbiamo diritto all’Inail”. Da qui la richiesta di “un cambio di direzione” perché, come hanno spiegato gli organizzatori, “senza tutele sul lavoro, è impossibile pensare a un superamento immediato del rischio di nuove ondate e a un personale sanitario al massimo delle potenzialità”.

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