Le associazioni dei genitori perplesse sull’intenzione del presidente facente funzionidella Regione, Nino Spirlì, di chiudere le scuole due settimane per effettuare i vaccini antiCovid al personale. “Come coordinamento Calabria dell’Associazione Genima – Genitori in Rete -affermano – accogliamo con favore le raccomandazioni sull’aggiornamento del piano vaccinale contro il covid del Ministero della Salute, Aifa, ISS che danno di fatto priorità alle vaccinazioni per i docenti e tutto il personale scolastico.
Ciò che invece ci lascia stupiti sono le dichiarazioni del presidente facente funzioni della Regione Calabria Spirli’ circa la decisione di voler chiudere le scuole per due settimane per agevolare le vaccinazioni del personale scolastico, se pensiamo che regioni come il Lazio da due giorni hanno iniziato la somministrazione del vaccino AstraZeneca in un mega hub a Fiumicino, con le prime 500 dosi per coloro che hanno un’età compresa tra 18 e 55 anni. I primi ad essere vaccinati saranno i medici libero professionisti, poi si passerà a insegnanti e forze dell’ordine. Poi si passerà a coloro che sono nati nel 1966 e si andrà a ritroso, senza quindi chiudere o limitare servizi essenziali”.
“In Calabria – proseguono – ancora una volta la scuola diventa oggetto di propaganda politica e ciò comporta un’approssimazione delle scelte che in modo superficiale cade in realtà pesantemente sul futuro dei nostri figli e sull’organizzazione familiare. Ci chiediamo, come mai negli ospedali, nelle farmacie, negli studi medici si è continuato il proprio lavoro ,mentre per la scuola “solo calabrese” si richieda uno stop addirittura di due settimane. L’idea di anticipare la vaccinazione del personale scolastico, considerandoli soggetti a rischio, è sicuramente una manifestazione di civiltà. Peccato che il sogno si infranga subito, nel momento esatto in cui ci si cala nella realtà (dis)organizzativa locale”.
“In breve, chiediamo urgenti chiarimenti sui seguenti aspetti: considerato che il vaccino destinato al personale scolastico dovrebbe essere quello di AstraZeneca, indicato per soggetti sani con età inferiore ai 55 anni, è stata fatta dalla Regione una mappatura che identifichi quale sia la percentuale del personale scolastico rispondente a queste caratteristiche? Perchè non prevedere come nel resto di Italia e come avviene già per le altre categorie con priorità di vaccinazione, delle turnazioni anche per il personale scolastico? Il personale scolastico che non rientra nei criteri per poter ricevere il vaccino AstraZeneca, o che proprio non vuole vaccinarsi, perché dovrebbe rimanere a casa? Considerando che poi è previsto anche il richiamo vaccinale, la scuola secondo tale assurda logica dovrebbe essere nuovamente chiusa? Ecco noi pensiamo proprio di no”.