Sindacato carabinieri SIC, Di Tillo: più uomini per combattere grande e piccola criminalità

Redazione

Uno Stato che non garantisce la sicurezza dei suoi cittadini, è uno Stato che ha fallito.

Partiamo da questo assunto valido in ogni luogo e in qualsiasi epoca per lanciare un

appello al governo, al Parlamento e a tutte le forze sociali e sindacali: serve un

investimento massiccio in uomini e mezzi per le Forze dell'ordine.

Come Sindacato indipendente carabinieri della Calabria, non possiamo che rivolgerci

specificatamente ai militari dell'Arma ma è evidente che il discorso è altrettanto valido per

le altre Forze armate.

La Calabria è una regione particolarmente delicata dal punto di vista criminale. La

presenza della 'ndrangheta pesa come un macigno sulla possibilità di riscatto di questo

territorio sotto il profilo socio-economico, civile e culturale. Non si può fare finta di non

vedere questa enorme zavorra che ci portiamo appresso da ben prima della nascita

dell'Italia unita. Le forze dell'ordine fanno il possibile per contrastare questo cancro senza

tuttavia tralasciare tutto il resto del lavoro che riguarda la presenza sul territorio e i servizi

alla cittadinanza, altrettanto importanti per affermare, attraverso gli interventi e il lavoro

continuo e quotidiano, la presenza forte dello Stato.

Ma tutto questo non si può fare senza personale e senza mezzi. Le Stazioni carabinieri

garantiscono la lotta alla grande e piccola criminalità e sono insostituibile presidio del

territorio a salvaguardia dei beni e dei cittadini.

Per farlo le donne e gli uomini in divisa fanno sacrifici enormi e rinunce personali per

coprire turni massacranti che a volte vanno bene oltre le sei ore di servizio previste dal

contratto nazionale. Gli stessi comandanti di stazione fanno salti mortali per organizzare

turni e servizi, coprire le richieste di ordine e sicurezza pubblica, garantire la presenza sul

territorio e le esigenze funzionali della caserma.

Non è semplice perché si va a sbattere sempre contro lo stesso problema: manca

personale, c’è carenza di organico. E il problema non si risolve chiedendo ai militari

sacrifici per coprire turni di otto ore, anche se pienamente retribuiti. Tutt'altro: si peggiora

la qualità della vita dei carabinieri che prima di essere militari sono donne e uomini con

una vita privata, una famiglia, a volte figli. E non è semplice conciliare il lavoro di

carabiniere con gli impegni di una vita normale, soprattutto quando la vita diventa più

difficile e si complica. Il SIC non dimentica i militari che vivono situazioni di particolare

disagio: le madri e i padri separati, i genitori di figli disabili, coloro che hanno necessità

particolari che non possono essere soddisfatte per mancanza di personale.

Una volta chiarito che la soluzione non passa dal chiedere straordinari ai carabinieri, resta

solo una domanda: cosa fare?

La risposta è una sola: fare concorsi, assumere personale, rafforzare la pianta organica

delle Forze dell'ordine. Questo ci darebbe la possibilità di organizzare i servizi con

efficienza e, nel contempo, fare qualcosa di concreto per aumentare benessere e qualità

della vita dei servitori dello Stato.

Un ultimo ma doveroso passaggio: tutto questo non vuole essere una critica al modello

organizzativo dell'Arma ma uno stimolo, un contributo costruttivo e un richiamo all'urgenza

di prendere in carico questa problematica.

Un territorio come la Calabria non può aspettare oltre: ha bisogno di più mezzi e più

uomini per contrastare la criminalità e dare sicurezza a tutti i cittadini.

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