“Oggi battezziamo una ripartenza e ripartiamo dall’arte, non solo come obiettivo formativo e attività laboratoriale e diagnostica nell’ambito del restauro, ma come scelta etica. Vogliamo adottare il Patrocinio di Santa Barbara di Mattia Preti e coltivare la bellezza, consapevoli che proteggere e custodire i capolavori artistici significa salvare noi stessi e quella potenza creativa e demiurgica insita nell’ uomo, al di là dei tempi, oltre la contingenza degli eventi”.
Lo ha detto Susanna Mustari, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo di Taverna presentando il progetto “Adotta un quadro”, iniziativa che vede protagonisti gli alunni delle classi terze della scuola media della cittadina natale di Mattia Preti e dove si conserva un corpus di opere dell’artista collocato tra i principali esponenti del Seicento pittorico italiano.
Ai provetti restauratori che approfondiranno la conoscenza su una delle opere più maestose che il Cavalier Calabrese ha lasciato alla sua città natale. il Patrocinio di Santa Barbara, tela che sovrasta l’altare maggiore dell’omonima chiesa dove si è svolta la manifestazione, il maestro restauratore Giuseppe Mantella insegnerà , con l’ausilio delle tecniche più moderne, quali processi sottendono al recupero dell’opera, cosa significa fare indagini diagnostiche su un dipinto e far rinascere poi i colori, le forme e la vita stessa di un’opera d’arte attraverso i secoli.
“Questo progetto ‘Adotta un quadro’- ha aggiunto la dirigente Mustari – vuole riaccendere la fiducia nella possibilità che la bellezza salvi il mondo, ma deve essere il mondo a preservare la bellezza nella sua evanescenza. In questo momento storico in cui la pandemia ha debilitato l’universo della cultura e dell’istruzione, dobbiamo necessariamente continuare ad impegnarci con maggior vigore per fuggire il pericolo della desertificazione dello spirito”.
Alla illustrazione del progetto, affidato alle docenti Annalisa Ganci e Maria Luisa Pudia, oltre al restauratore Giuseppe Mantella, hanno partecipato don Maurizio Franconiere, direttore del Museo Diocesano di Catanzaro, il parroco don Simone Marchese, il sindaco Sebastiano Tarantino e i collaboratori della dirigente Daniela Garofalo e Vincenzo Marino.