“In base al recente report dell’Istat sull’andamento dell’economia agricola nel 2020, i dati riferiti alla Calabria confermano una riduzione in volume della produzione agricola di quasi il 10% (-157milioni di euro), del valore aggiunto di oltre il 12% (- 159 mln. di euro), ma gli effetti dell’emergenza sanitaria si sono fatti sentire pesantemente sulla produzione di beni e servizi e attività secondarie con un calo di quasi il 30% che hanno registrato una flessione senza precedenti dopo un decennio di crescita costante”. E’ quanto si afferma in una nota di Coldiretti. “In particolare – aggiunge il comunicato – l’agriturismo, a causa della prolungata chiusura delle strutture recettive e del forte calo delle presenze. Sostanzialmente siamo tornati ai livelli del 2016 nonostante in questi anni la produzione agricola sia cresciuta notevolmente. Anche l’occupazione in agricoltura è diminuita con un calo di oltre il 6% anche per la limitazione agli spostamenti dei lavoratori stagionali e stranieri. In diminuzione anche i redditi”. “Adesso – afferma il presidente di Coldiretti Calabria, Franco Aceto – non solo occorre ripartire ma correre e la primissima occasione è il 2 giugno festa della Repubblica, nella quale si faranno le prove generali per ritornare le tradizionali scampagnate e le gite fuori porta con le aperture in grande stile di agriturismi, ristoranti e trattorie che attireranno turisti e possiamo dire che ci sono già i primi risultati positivi con prenotazioni, che vanno dalla montagna al mare, che però per la maggior parte riguardano un turismo interno”. “Questo – prosegue Aceto – farà da traino anche ad altre iniziative e attività che si svolgono nei territori con la possibilità di acquisti di prodotti tipici e visite nei borghi. Ci auguriamo che nei prossimi giorni la nostra regione si possa colorare di bianco in modo da avere ancora più appeal verso i visitatori. Non è un caso che l’80% delle persone ritiene che le strutture agrituristiche abbiano un ruolo importante per il rilancio del turismo post pandemia perché situati in zone isolate, in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e ampi spazi nel verde dove le distanze non si misurano in metri ma in ettari; luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche”.
Turismo, Coldiretti: “2 giugno prova per ripartenza ospitalità”
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