Vacanze: 46% rinuncia più per guai economici che per Covid

Anna Franchino

Il 54% degli italiani ha optato per andare in vacanza (in Italia nell’87% dei casi), ma il 46%, pari a circa 10 milioni di italiani, ha rinunciato per vari motivi. Emerge da un’indagine realizzata da Demoskopika per Anni 20 Estate in onda su Rai2 che mette in luce come però a pesare di più sulla rinunce sia il peggioramento delle condizioni finanziarie delle famiglie. “Le difficoltà economiche – dice il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio – pesano più della paura del Covid nei consumi turistici degli italiani. Adesso è il momento delle decisioni politiche consapevoli”. “Quest’anno – dichiara il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio – sarà inevitabilmente caratterizzato da un turismo a due volti, uno speculare all’altro. Da una parte, chi ha scelto di trascorrere una vacanza, principalmente in Italia, e, dall’altra, chi al contrario, fiaccato economicamente dall’emergenza pandemica vi ha già rinunciato. Un orientamento preoccupante che, ad oggi, coinvolgerebbe ben 10 milioni di italiani”. Lo dichiara il presidente di Demoskopika Raffaele Rio ammonendo che “senza scelte precise, misure per la ripresa del turismo rischiano effetto gambero”. “Quindi, nonostante, il turismo italiano – precisa Raffaele Rio – sia fortunatamente in fase di graduale ripresa, risulta fondamentale attenzionare le gravi ripercussioni sia sul tessuto produttivo, con la chiusura di quasi 100 mila imprese, l’infiltrazione economica della criminalità organizzata nel comparto che sul piano sociale con un incremento dei bisogni di liquidità dei cittadini e con ben 370 mila famiglie in più in condizione di povertà relativa. In questa direzione, la politica deve avere il coraggio di fare scelte precise. C’è un problema prioritario di governance da cui consegue anche l’efficacia delle azioni di mitigazione dei provvedimenti pubblici messi in campo per la ripresa del sistema turistico italiano”. “Il nostro Paese – conclude il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio – presenta una frammentazione delle competenze nella gestione del turismo che rischia di generare un “effetto gambero” su misure e interventi. Questo dovrebbe essere l’argomento centrale attorno al quale promuovere gli Stati generali del turismo per il prossimo ottobre con l’obiettivo prioritario di costruire una strategia unica e condivisa, con associazioni e istituzioni ai vari livelli, capace di programmare la ripresa turistica con maggiore consapevolezza per il biennio 2022-2023. Appello che ad oggi, però, nonostante sia trascorso un mese esatto, non ha ricevuto ancora alcuna risposta”.

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