Bancarotta e autoriciclaggio: queste le accuse contestate dalla Procura di Paola al sindaco di Maierà, comune dell’alto Tirreno cosentino, Giacomo De Marco e al il figlio Gino. Questa mattina i due sono stati arrestati dai finanzieri della Tenenza di Scalea. L’inchiesta, denominata “Affari di famiglia”, ha portato anche al sequestro di beni per 1,5 milioni di euro ed ha riguardato l’attività di una società riconducibile al sindaco e un’altra al figlio, che hanno ottenuto appalti pubblici per milioni di euro. Il provvedimento cautelare, emesso dal Gip di Paola su richiesta del Procuratore Pierpaolo Bruni, rientra in un più ampio contesto di indagini per la verifica della liceità degli appalti pubblici. Nel caso specifico, le indagini si sono concentrate sul fallimento, avvenuto nel 2016, di una società riconducibile al sindaco. Secondo gli inquirenti sarebbero state poste in essere condotte finalizzate a distrarre beni aziendali e a danneggiare i creditori, tra cui Erario e Fincalabra, società in house della Regione. La società fallita, è emerso nel corso dell’attività investigativa, ha sottoscritto un contratto di affitto di ramo d’azienda con l’altra amministrata dal figlio del sindaco – ma di fatto, secondo l’accusa, amministrata da quest’ultimo – il cui scopo sarebbe stato quello di svuotare la società fallita.
Bancarotta fraudolenta, arrestato sindaco di Maierà
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