Catanzaro, sit-in di protesta. “No medicina a Cosenza”

Rosalba Baldino

No a una seconda facoltà di Medicina in Calabria dopo quella da tantissimi anni attiva all’Università Magna Graecia di Catanzaro. E’ il messaggio lanciato stamani nel corso di manifestazione svoltasi in una piazza del quartiere Lido del capoluogo di regione, dopo la ventilata istituzione di una seconda facoltà all’Università della Calabria, nell’area urbana della vicina Cosenza. Il tema affiora a ondate cicliche nel dibattito politico e accademico catanzarese e calabrese, ed è tornato di stretta attualità dopo che nelle scorse settimane all’Università della Calabria di Rende-Cosenza è stato attivato un nuovo corso di laurea, “Medicina e Tecnologie digitali”, corso che prevede comunque una sinergia tra i due atenei.
Anche nella recente campagna elettorale per le amministrative di Catanzaro il tema era riemerso, ma adesso sta infiammando polemiche e discussioni, alimentate dal nuovo clima elettorale per il voto delle Politiche di domenica prossima. A rilanciare l’allarme sull’attivazione di una facoltà di Medicina anche a Cosenza, e sul conseguente rischio di una penalizzazione dell’Università di Catanzaro, è stato qualche settimana fa Valerio Donato, già candidato sindaco a giugno, oggi consigliere comunale di opposizione e tra l’altro docente della Facoltà di Giurisprudenza dell’ateneo catanzarese.
La sortita di Donato – presente all’iniziativa di oggi – è stata seguita in modo bipartisan da quelle della politica catanzarese, risuonando però anche ben oltre i confini cittadini. A surriscaldare la situazione anche le recenti dichiarazioni del presidente della Regione Roberto Occhiuto, che a margine di un incontro sui temi sanitari a Catanzaro, dicendo no a “guerre di campanile”, aveva affermato che l’Università di Catanzaro “va potenziata ma valutare altre iniziative e e non indebolita, ma se ci sono altre esperienze in regione bisogna valutare l’opportunità di dare corso anche a queste iniziative».

In tanti, non soltanto a Catanzaro, hanno visto in questa battuta di Occhiuto, che è di Cosenza, una sostanziale “apertura” alla possibilità di una seconda facoltà di Medicina in Calabria. Al governatore aveva indirettamente replicato il rettore dell’Università di Catanzaro, Giovambattista De Sarro: “Secondo me non è una buona scelta, le cose si devono fare in maniera adeguata perché non possiamo formare dei medici non all’altezza. Catanzaro ha una storia di 45 anni di medicina. Io ci penserei per evitare di fare qualcosa che domani non servirà a nessuno», ha dichiarato De Sarro.
Ma il dibattito ormai ha preso piede, inducendo il presidente del Consiglio comunale di Catanzaro, Gianmichele Bosco, sotto la spinta dei capigruppo, ad annunciare una seduta del civico consesso del capoluogo dedicato ad hoc al tema dell’università, al quale saranno invitati lo stesso Occhiuto e i vertici accademici, e il sindaco Nicola Fiorita (a sua volta docente dell’Università della Calabria) a chiedere il contributo dei suoi competitor elettorali per una “mozione unitaria” finalizzata a mantenere a Catanzaro l’unica Facoltà di Medicina in Calabria. Alcuni dei manifestanti hanno esibito una bara con un manifesto in cui si annunciava la morte dell’ateneo catanzarese.

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