Ammonta a 215 milioni di euro il valore dei beni confiscati dalla Guardia di Finanza ad un imprenditore reggino considerato dagli inquirenti il “cuore imprenditoriale” della cosca Piromalli di Gioia Tauro. I finanzieri dello Scico, del Nucleo speciale polizia valutaria e del Comando provinciale Reggio Calabria, col coordinamento della Procura reggina, diretta da Giovanni Bombardieri, hanno confiscato, in esecuzione di un provvedimento del Tribunale, il compendio aziendale di due imprese, quote di 4 società di capitali e di una società di persone, 85 unità immobiliari, 46 rapporti finanziari personali e aziendali nonché denaro contante per quasi un milione di euro. All’imprenditore, inoltre, è stata imposta la sorveglianza speciale per tre anni, con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza. L’imprenditore stato arrestato nel 2015 nel corso dell’operazione denominata “Bucefalo” ed è attualmente sotto processo per associazione mafiosa . E’ considerato dagli inquirenti il prestanome del potente clan della piana. Non un imprenditore vittima della ndrangheta, bensì un soggetto storicamente legato ai componenti di vertice della famiglia Piromalli. Da oltre 20 anni si sarebbe prestato volontariamente e consapevolmente, sempre secondo quanto emerso dalle indagini, al perseguimento degli scopi imprenditoriali ed economici della cosca. Gli inquirenti parlano di un rapporto di “cointeressenza” economico- criminale tra l’imprenditore e i Piromalli, che sarebbe nato sin dalla prima metà degli anni ’80. Il provvedimento di confisca è stato eseguito in Calabria e in Campania
Confisca da 215 milioni di euro nel reggino
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