1.283 casi negli ultimi sette giorni, la curva del contagio cresce anche in provincia di Cosenza ma non in modo esponenziale come in altre aree della regione. I dati richiamano i livelli di diffusione del Covid di ondate precedenti in particolare ad aprile 2021 e novembre 2020, ma ci sono delle differenze sostanziali sulle conseguenze del contagio che lasciano ben sperare: “Solo il 3% dei soggetti contagiati ha necessitato di cure ospedaliere – dice Amalia De Luca responsabile dell’UOSD di epidemiologia dell’Asp di Cosenza – il restante 97% si sta curando a casa o è asintomatico. E’ il dato più confortante di questa ondata che vede numeri in crescita”.
Le variabili potrebbero essere rappresentate dalla copertura vaccinale di gran parte della popolazione rispetto al passato o dalla predominanza di una variante (la omicron?) più contagiosa ma meno virulenta rispetto alle precedenti. “Non ci sono le risultanze dell’ultima indagine ministeriale – dice Amalia De Luca – ma dalle prime indicazioni che arrivano dal laboratorio di virologia dell’Annunziata di Cosenza sembra che la variante omicron sia maggiormente presente rispetto all’ultima indagine”.
Per quanto riguarda la vaccinazione si raccomanda di non superare i 120 di lasso di tempo tra la seconda dose e la booster, Gimbe mette in guardia sul rischio che un numero enorme di contagi porti comunque ad una pressione insostenibile sulle strutture ospedaliere.