Officiata questa mattina la solenne celebrazione, nella Chiesa di San Domenico di Cosenza, della “Virgo Fidelis”, patrona dell’Arma dei Carabinieri. La cerimonia è stata presieduta e officiata da monsignor Leonardo Bonanno, Vescovo Emerito della Diocesi di Scalea–San Marco Argentano.
Presente il comandante provinciale Agatino Saverio Spoto che, assieme ai carabinieri del comando provinciale bruzio, hanno rivolto un accorato messaggio e un abbraccio sentito alle vedove e agli orfani di tanti carabinieri che hanno perso la vita mentre svolgevano il loro dovere. Hanno presenziato: la prefetta di Cosenza, Vittoria Ciaramella; il presidente di Confcommercio di Cosenza e Vice-presidente nazionale della Camere di Commercio, Klaus Algieri; il Procuratore di Cosenza, Mario Spagnuolo; la Presidente del Tribunale di Cosenza, Maria Luisa Mingrone; la Presidente della Provincia di Cosenza, Rosaria Succurro; il sindaco della città bruzia, Franz Caruso; il vice questore vicario di Cosenza, Giuseppe Lanaia; il comandante del 1^ Rgt. Bersaglieri, Col. Francesco Ferrara, e il comandante dei Vigili del Fuoco, Giampiero Rizzo. Presenti anche i militari in congedo e le Benemerite delle Sezioni ANC di Cosenza – con il loro Presidente, Sottotenente in congedo Maurizio Saraceno – di Acri – con il loro Presidente, Giuseppe Vaccaro – di Rende – con il loro Presidente, Luogotenente in congedo Domenico Moretti – di Montalto Uffugo – con il loro Presidente, Emilio Salerno – e di Bisignano con il loro Presidente, Maresciallo Maggiore in congedo Vitaliano Greco.
L’omelia di Mons. Bonanno: la virtù prioritaria su esigenze personali
Durante l’omelia, monsignor Bonanno ha ricordato la solidità dei valori incarnati, nei due secoli di storia, dai martiri dell’Arma lungo una linea che nel nome della Fedeltà sino alla morte, unisce gli eroi di Sella Culqualber a Salvo d’Acquisto ai martiri di Fiesole, al Generale Dalla Chiesa alle vittime del vile attentato di Nassiriya e a quanti militari sacrificano ogni giorno il proprio bene più prezioso nell’adempimento del dovere a tutela delle popolazioni nazionali ed estere. Valori raccolti attorno alle tre virtù patrimonio di ogni Carabiniere e già appartenenti a Maria, Madre di Gesù: la fedeltà, la bussola che non consente di uscire dalla rotta della legalità e dell’amore verso i cittadini: è la virtù dell’eroismo e della rassicurazione sociale, un impegno sempre vivo a perseguire il bene collettivo con caparbietà e rigore nel rispetto del giuramento prestato; la consapevolezza degli impegni assunti: è la virtù che rende il servizio prioritario sulle esigenze personali, che mette al primo posto il bene collettivo rispetto a quello individuale e che rende ogni Carabiniere convinto credente della necessità del proprio servizio a beneficio di quelle comunità dalle quali lui stesso proviene. Infine il silenzio: “usi obbedir tacendo” recita uno dei motti più antichi dell’Arma: è la virtù dell’accettazione della propria missione e del conseguente sacrificio, da accogliere in funzione del bene successivo e necessario: la pace dei nostri paesi, l’affermazione della legalità, la vittoria dello Stato su intimidazioni e parassitismi. Anche Maria “serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore”, in un silenzio che non era solo lo strumento per il raggiungimento della salvezza dell’Uomo attraverso il sacrificio di suo figlio Gesù, ma metafora di chi serve il prossimo con una presenza concreta, ma senza per questo voler essere necessariamente al centro della scena.
Il maresciallo Capo Annabella Crocco ha letto la “Preghiera del carabiniere”, mentre subito dopo è stato eseguito l’inno alla Virgo Fidelis.
Il messaggio del Colonnello provinciale Spoto
Al termine della funzione religiosa, il Comandante Provinciale dell’Arma, Colonnello Spoto, ha ricordato i fatti d’arme per i quali fu concessa all’Arma dei Carabinieri la seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare: il 21 novembre 1941 si consumò, in Africa Orientale, la battaglia di Culqualber. Due Compagnie di Carabinieri Reali, stremati da tre mesi di assedio in difesa di un caposaldo montano, furono dapprima bombardati e quindi annientati in esito ad un ultimo, feroce, corpo a corpo. È alla via tracciata da questi uomini e dai martiri di Nassiriya che ogni Carabiniere guarda traendo ispirazione e motivazione nelle quotidiane lotte contro il terrorismo e la criminalità e nel quotidiano impegno per aiutare e rassicurare le nostre amate collettività.