Spunta un’ipotesi per poter proseguire con l’appello del processo ‘Aemilia’, ormai fermo da due mesi alle battute iniziali per i rinvii dovuti all’emergenza sanitaria. L’aula bunker della Dozza, allestita per ospitare il maxi-processo di ‘Ndrangheta con circa 120 imputati, può contenere, perché sia assicurata la sicurezza, al massimo 50 persone, secondo le stime fatte dopo un’ispezione sanitaria. Ma nelle prime udienze, prima della pandemia, il numero di presenti era circa il triplo, tra avvocati, imputati e magistrati. La strada su cui la Corte di appello bolognese sta ragionando è quella di separare il destino di imputati detenuti, una trentina, dagli altri a piede libero. Poi eventualmente tra qualche mese, se le condizioni dovessero cambiare, i due tronconi potrebbero essere nuovamente riuniti. La questione dovrebbe essere discussa e decisa nell’udienza fissata per giovedì ma resta il problema sul numero di persone presenti quel giorno. La Corte ha chiesto ai difensori di dire chi intende essere in aula ed è più che probabile che il numero limite venga superato.
Aemilia: aula a numero chiuso, ipotesi di separare detenuti
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