“Prendiamo atto delle dichiarazioni di estraneità di Lorenzo Cesa ai fatti contestati ma intanto la sua abitazione romana è stata sottoposta a perquisizione e un gip ha ritenuto di firmare 48 misure cautelari, tra cui una a carico del segretario calabrese dell’Udc Francesco Talarico, e una nei confronti di un notaio, un pubblico ufficiale, nell’ambito di una inchiesta della Dda di Catanzaro su una movimentazione di capitali riconducibili a riciclaggio per circa 300 milioni di euro sulla base di una ipotesi gravissima: quella secondo cui alcuni uomini che dovrebbero rappresentare le istituzioni democratiche e sono chiamati a combattere la criminalità organizzate, vanno cercando contatti con queste ultime per avere voti e consensi elettorali in cambio della promessa di appalti”. Così, in una diretta Facebook, il presidente della commissione antimafia Nicola Morra commenta l’operazione contro la ‘ndrangheta di questa mattina.
“Il nome dell’operazione, “Basso profilo” – è l’esordio di Morra -, è utile per far capire agli italiani che cosa sia davvero la mafia e la ‘ndrangheta in particolare. Forse qualcuno ha ancora l’idea che le mafie agiscano con sventagliate di kalashnikov, con autobombe, omicidi e assassini. No, spesso, quasi sempre, le mafie agiscono in silenzio e questa operazione, con i sequestri eseguiti in tutta Italia per un ammontare a 100 milioni di euro, non riguarda solo la Calabria, che ultimamente non gode di grande salute dal punto di vista giudiziario”.
Per Morra “deve essere chiaro che la ‘ndrangheta non è soltanto circoscritta e perimetrata nei territori angusti calabresi, ma è operativa dappertutto, fa affari ovunque, specie all’estero ed è capace di muovere capitali in misura abnorme”.
Da calabrese, Morra intende rivolgere un appello “a tutte le forze democratiche, politiche, sociali e sindacali affinché ci si interessi davvero di Calabria, del Meridione, del Sud avendo ben presente che le mafie si sviluppano dove c’è mafiosità e che la mafiosità la troviamo dappertutto in Italia e in tante parti del mondo pronte ad accogliere favorevolmente i capitali di origine mafiosa. Anche in certi Paesi dell’Unione Europea, dove dovrebbero recepire la nostra normativa antimafia, segnatamente in materia di riciclaggio al fine di evitare di favorire le organizzazioni mafiose”.