Cimitero di Tropea: Guardia di Finanza valuta la posizione sindaco

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Nuovi sviluppi nell’inchiesta che ha portato in carcere tre persone per lo scandalo della distruzione e soppressione di cadaveri con conseguente violazione dei sepolcri all’interno del cimitero di Tropea. Dagli atti dell’inchiesta della Procura di Vibo Valentia e della Guardia di Finanza, richiamati dal gip nella misura cautelare, si evince infatti che un avvocato di Tropea, che non ha più ritrovato i resti del nonno, ha denunciato agli inquirenti di essersi recato per ben due volte dal sindaco di Tropea, Giovanni Macrì (che non è indagato), segnalando direttamente al primo cittadino l’accaduto e chiedendo gli venisse assegnata un’edicola funeraria per tumulare i resti del nonno caso mai l’avessero ritrovati.

Il sindaco – stando alla denuncia dell’avvocato alla Finanza – nel novembre 2019 avrebbe risposto all’avvocato che si sarebbe impegnato, mentre nel settembre-ottobre scorso avrebbe riferito di non aver potuto fare nulla. Il primo cittadino, sinora, ha sempre sostenuto di non aver mai sospettato quanto avvenisse nel locale cimitero e di non aver mai saputo nulla. Gli inquirenti sono quindi impegnati a capire perché le segnalazioni dell’avvocato siano rimaste inascoltate e quanto il primo cittadino avrebbe saputo della vicenda.

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