I soldi dei clan calabresi nei ristoranti del nord. L’inchiesta della Dda di Milano,denominata “Amleto Tourlè”, ha fatto luce sulla capacità delle cosche di reinvestire denaro frutto di attività illecite nel circuito della grande ristorazione nel nord Italia. Nove le persone arrestate . Al vertice dell’organizzazione, secondo gli inquirenti, Giuseppe Carvelli, pluripregiudicato per narcotraffico vicino alle cosche calabresi, che gestiva ristoranti appartenenti alla catena di ‘giro-pizza’ Tourlé, marchio “in franchising”, con meccanismi propri della criminalità organizzata nella gestione delle attività commerciali, attraverso intimidazioni e prestanome. Carvelli, con un cumulo di pene di 22 anni per narcotraffico, dal 2017 beneficiava dell’affidamento in prova ai servizi sociali. Per riciclare i capitali illeciti era stato messo in piedi un articolato sistema di intestazioni fittizie di beni e società, utilizzando persone incensurate, legati da vincoli di parentela per evitare aggressioni patrimoniali da parte dello stato. Il blitz è scattato nelle province di Milano, Torino e Monza Brianza. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati beni per oltre 10 milioni di euro .
Gli interessi dei clan nella ristorazione, 9 arresti tra Lombardia e Piemonte
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