Il clima di crescente repressione e controllo che si sta diffondendo nel Paese è allarmante. L’episodio avvenuto a Cosenza nei confronti di un giornalista, rappresenta un grave campanello d’allarme per lo stato della libertà di informazione in Italia. Il giornalista è stato fermato per un controllo, gettato a terra e ammanettato da quattro agenti della Polizia di Stato mentre passeggiava per le vie della città: una scena che, documentata in un video, solleva seri interrogativi sul rispetto dei diritti fondamentali e delle garanzie costituzionali. Con la destra al governo si respira un clima pesante e di controllo, e la prossima approvazione del ddl Sicurezza aggraverà la situazione. Presenterò un’interrogazione urgente al Ministro Piantedosi per sapere i motivi di questo fermo, per fare piena luce sulla vicenda e per accertate eventuali responsabilità. Episodi come questo non possono e non devono diventare la norma. Lo afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto del Senato. I giornalisti, soprattutto quelli che conducono inchieste scomode, devono poter lavorare senza timore di abusi o ritorsioni, prosegue De Cristofaro. Il Ddl Sicurezza, di prossima approvazione, rischia di aggravare ulteriormente la situazione, perché contiene norme securitarie che mettono a rischio il diritto di manifestare, la libertà di stampa e le più elementari garanzie costituzionali. Non è possibile che questo Paese sia diventato un porto franco per i torturatori libici e un pericolo per le libertà fondamentali dei cittadini. Ci opponiamo a qualsiasi deriva autoritaria e difendiamo con fermezza i principi dello Stato di diritto. La libertà di stampa è un pilastro essenziale della nostra democrazia, conclude De Cristofaro. “Esprimo preoccupazione per l’episodio avvenuto a Cosenza, che ha coinvolto un giornalista. Secondo quanto riportato dalla stampa e testimoniato da un video divenuto virale, le cui immagini risultano essere molto forti, è stato fermato, gettato a terra e ammanettato da alcuni agenti di polizia in circostanze che sollevano interrogativi sui diritti fondamentali dei cittadini. È impensabile che in un Paese democratico si verifichino tali episodi su chiunque, ma ancora di più ai danni di un rappresentante della stampa. Sarebbe opportuno, anche di fronte l’opinione pubblica, fare piena luce sull’accaduto. Auspico pertanto chiarimenti dettagliati sulle circostanze dell’intervento delle forze dell’ordine e sulle motivazioni che hanno portato a un trattamento così drastico nei confronti di un giornalista sessantenne. Cosenza ha una lunga tradizione di democrazia e libertà di pensiero che non può e non deve venire meno nei confronti di nessuno”. Così la deputata del M5S Anna Laura Orrico. La replica della Questura di Cosenza che fa sapere: “”In riferimento alle notizie di stampa circa un servizio di controllo del territorio di sabato scorso nel quartiere ‘San Vito’, si precisa che, nell’ambito dell’attività effettuata, il personale dell’Ufficio volanti ha ritenuto di identificare un cittadino che, assumendo una posizione ostile, rifiutava di declinare le proprie generalità”. Lo afferma, in un comunicato, l’ufficio stampa della Questura di Cosenza in relazione alla vicenda che ha visto al centro un giornalista, che ha riferito di essere stato fermato da alcuni agenti mentre si trovava in una via pubblica, ammanettato, gettato a terra e portato con la forza in Questura, pubblicando anche sul web un video diventato virale. “La resistenza opposta dalla persona oggetto del controllo – si aggiunge nella nota – ha reso necessario utilizzare le standardizzate procedure di contenimento per accompagnare il soggetto in Questura al fine di completare l’accertamento. Tutti gli atti redatti dal personale operante, compreso il materiale video pubblicato dall’interessato, sono stati già trasmessi alla Procura della Repubblica per consentire una compiuta ed esaustiva ricostruzione dei fatti”.
Il caso del giornalista cosentino arriva in parlamento
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