Due obblighi di dimora e un sequestro preventivo di beni mobili e immobili per circa 800 mila euro nei confronti dei responsabili di un’impresa dI ristorazione poi fallita. È il bilancio dell’operazione condotta dai finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria con il coordinamento della Procura di Palmi.
Bancarotta fraudolenta e occultamento di documenti contabili sono i reati contestati dal sostituto procuratore Daniele Scarpino ai due indagati accusati di reiterati episodi di distrazione patrimoniale preordinati allo svuotamento del denaro e dei beni dell’impresa a favore del titolare. Il modus operandi degli indagati prevedeva copiosi ammanchi alle casse ed al patrimonio della società dissimulati con ripetute scritturazioni contabili mendaci.
La contabilità relativa al periodo immediatamente antecedente il fallimento è stata completamente occultata nel tentativo di rendere difficoltosa la ricostruzione, sotto il profilo contabile, delle vicende aziendali che hanno determinato il dissesto finanziario. Il vero “dominus” del ristorante era un quarantasettenne di Melicucco. Formalmente inquadrato come dipendente dell’impresa, secondo gli investigatori, in realtà era lui a dirigere l’attività commerciale disponendo, per fini personali, dei conti correnti, delle carte di credito e delle autovetture aziendali. L’altro indagato, invece, è il pizzaiolo del locale che, sulla carta, risultava come rappresentante legale dell’azienda.