Locri, infermiere aggredito in ospedale da parente ricoverata

Isabella Roccamo

Un infermiere è stato aggredito nell’ospedale di Locri da un parente di una paziente ricoverata. A darne notizia il presidente nazionale del Nursing Up Antonio De Palma. “Picchiato brutalmente-scrive De Palma- solo per aver cercato di far rispettare le regole. Quasi strangolato e poi gettato in terra, aggredito con graffi, calci e pugni, solo perché cercava di far capire ai parenti di quella anziana paziente, ormai giunta in fin di vita dopo il trasporto in ambulanza, che non era possibile avere accesso nella sala interna per le tassative restrizioni anti-covid”. Solo l’arrivo dei carabinieri di Locri, avvertiti prontamente dai colleghi dell’infermiere, hanno permesso che non si arrivasse a conseguenze più gravi”.
“Nell’ospedale- afferma De Palma- così come in molte realtà della Regione, manca totalmente un presidio di polizia fisso. E non sono bastate le telecamere installate 24 ore su 24 per fare da deterrente alla rabbia dell’uomo. I tanto decantati Osservatori Nazionali – prosegue – a cosa mai hanno portato? E non possiamo dimenticare i rischi che corrono quegli infermieri operatori del 118 che si recano a casa dei pazienti. E cosa ne è stato fin ora di quella legge approvata nel settembre scorso per inasprire le pene, accolta con tripudio e squilli di trombe anche dalla nostra stessa Federazione? Servono la competenza e la forza di presidi di polizia in ogni ospedale, serve maggiore dispiegamento di uomini che devono difendere i nostri infermieri ed i medici, quelli che sono più esposti di altri, e che non possono e non devono pagare sulla propria pelle la rabbia degli incivili”.

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