Nei giorni scorsi sono terminati i lavori urgenti di messa in sicurezza e protezione dei resti murari del sito archeologico di Capo Colonna a Crotone. Si tratta di un importante intervento frutto della collaborazione tra diverse istituzioni locali coordinate dagli Uffici territoriali calabresi del Ministero della Cultura, guidati da Salvatore Patamia, d’intesa con il Nucleo di Cosenza del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e con la Capitaneria di Porto e la Guardia Costiera. Nel corso dei lavori sono stati recuperati diverse parti di strutture murarie e un blocco di calcarenite databile agli ultimi decenni del I secolo a.C. . Questi resti sono precipitati lungo la scogliera nel corso degli anni, l’ultima parte intorno agli anni Cinquanta. Dopo il nubifragio del novembre 2020 la situazione s’è particolarmente aggravata, con ulteriori movimenti franosi sulla costa in prossimità del sito archeologico che hanno imposto di intervenire quanto prima con i lavori. L’operazione realizzata in questi giorni dalle strutture del MiC calabro è considerata propedeutica per procedere, poi, a quelli definitivi di messa in sicurezza dei resti archeologici situati nei pressi della parete costiera e, soprattutto, di quelli alle spalle della chiesetta del Santuario di Santa Maria di Capo Colonna. Fondamentale s’è rivelato l’intervento del personale specializzato dei Carabinieri subacquei e di mezzi e uomini preparati per interventi in mare, considerata la particolare difficoltà del recupero dei resti finiti su un tratto molto accidentato della scogliera. I blocchi oggetti dell’intervento sono di grandissime dimensioni (alcuni fino a 6,8 tonnellate di peso) e una volta recuperati sono stati caricati su una nave e trasportati al porto di Crotone, prima di essere trasferiti al Museo archeologico di Capo Colonna in attesa del sopralluogo di restauratori specializzati che li sottoporranno a trattamento conservativo.