Sta facendo discutere l’allestimento di una vetrina di un negozio di profumi in una rinomata località nel catanzarese, con un vero e proprio kit per sniffare cocaina e una banconota arrotolata. A parlare della vicenda Isolina Mantelli, presidente del Centro calabrese di solidarietà Ets, ente no profit attivo nel campo del disagio e del contrasto alle tossicodipendenze, e Giuseppe Raiola, presidente dell’Unicef provinciale e primario di pediatria a Catanzaro. “La storia della pubblicità, anche nel nostro Paese – affermano Mantelli e Raiola che hanno segnalato la vicenda – è costellata di campagne provocatorie finalizzate ad attirare l’attenzione fino ai confini del decoro e della liceità. Gli anglosassoni, che hanno un termine per tutto, hanno coniato ‘Shockvertising’, combinazione delle parole ‘shock’ (urto) e ‘advertising’ (pubblicità), per fare riferimento a quelle réclame in grado di creare un forte impatto emotivo nei destinatari. Tuttavia, davanti alla vetrina di un negozio di profumi, sul corso di una nota meta turistica che in questi giorni espone in bella mostra un vero e proprio kit per sniffare cocaina, con tanto di banconota da cento euro arrotolata, non possiamo rimanere in silenzio. Per il ruolo che svolgiamo e le battaglie in cui crediamo, e per cui siamo schierati ogni giorno – concludono Mantelli e Raiola – non possiamo voltare lo sguardo dall’altra parte, derubricando la discutibile scelta di allestire la vetrina per pubblicizzare un profumo usando un messaggio equivoco che diventa un’allusione alla normalizzazione dell’uso della droga“.
Sulla vicenda interviene anche Giuseppe Brugnano, segretario nazionale del sindacato Fsp Polizia di Stato, secondo cui “inaccettabile è l’unico aggettivo che si può attribuire alla scelta di un esercizio commerciale. Non ci interessa trovare alcuna giustificazione di marketing e, soprattutto, non ci interessano le spiegazioni”. Sulla stessa linea il segretario provincia del Nuovo sindacato carabinieri, Domenico Galeone, che dichiara: “Non possiamo restare fermi a guardare mentre ancora una volta si delegittima il lavoro di uomini e donne in uniforme inneggiando al più grande dei crimini del nostro secolo, il consumo e lo spaccio di stupefacenti”.