Omicidio Bergamini: la Internò ebbe un ruolo attivo

Quella del suicidio di Denis Bergamini, fu soltanto una messa in scena, è quanto si legge nelle pagine delle motivazioni della sentenza emessa in Corte d’Assise di Cosenza che il 1 ottobre scorso ha condannato Isabella Internò a 16 anni di reclusione in relazione alla morte di Donato Bergamini con l’accusa di omicidio volontario aggravato, ritenendo comunque le attenuanti generiche prevalenti sulla contestata aggravante della premeditazione. Dunque l’ex fidanzata del calciatore di Argenta avrebbe secondo i giudici, svolto un ruolo attivo nell’omicidio del calciatore ventisettenne del Cosenza il cui cadavere fu trovato il 18 novembre del 1989 sotto un camion lungo la statale 106 Ionica, a Roseto Capo Spulico, e la cui morte fu attribuita in un primo tempo a suicidio. Circostanza che spiega la mancata condanna all’ergastolo. Un omicidio che la Internò, all’epoca ventenne, avrebbe commesso in concorso con ignoti, “i quali – afferma la Corte – dopo avere narcotizzato Bergamini, o comunque riducendone le capacità di difesa, ne cagionavano la morte, asfissiandolo meccanicamente mediante uno strumento ‘soft’ e ponendolo, già cadavere, sotto il camion condotto da Raffaele Pisano”. Roberto Internò è il cugino di Isabella. Nelle 502 pagine di motivazioni del processo di Primo Grado, però viene fuori almeno uno dei cosiddetti ignoti che sarebbe il cugino della Internò, per lui la Corte di Assise ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica di Castrovillari. Intanto sulla pagina social di Donata la sorella di Denis viene repostato un commento dell’avvocato Anselmo proprio su un passaggio riportato nelle motivazioni e in più Donata aggiunge un ricordo…da dove tutto è cominciato 25 anni esatti dal 27/12/2009….dove i ragazzi sono scesi in piazza davanti al Tribunale di Cosenza, non hanno avuto paura a metterci la faccia per chiedere verità e Giustizia per Denis….