Potenza, traffico di droga: arresti anche in Calabria

Red02

Nell’ambito di un’operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Potenza sul traffico di droga e su investimenti illeciti nel settore agricolo sulla costa jonica lucana, 24 misure cautelari sono in corso di esecuzione da parte di Carabinieri e Guardia di Finanza delle rispettive Compagnie di Policoro (Matera). Le 24 persone coinvolte nell’operazione sono accusate di aver fatto parte di una associazione dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina, hascisc e marijuana, e di trasferimento fraudolento di valori, auto-riciclaggio, estorsione e incendio.

Il sodalizio criminale “è operante – è specificato in un comunicato – nella zona del Metapontino, principalmente nei comuni di Policoro, Scanzano Jonico, Colobraro, Tursi, Valsinni e Bernalda (Matera)”. L’operazione, per la quale sono impegnati oltre 150 tra carabinieri e militari della Guardia di Finanza, con la collaborazione “di unità cinofile del Nucleo di Tito Scalo (Potenza) e della Compagnia di Matera e con il supporto di un elicottero della Guardia di Finanza della Sezione aerea di Bari, sta interessando le province di Matera, Cosenza, Varese, Catanzaro, Parma, Milano e Brindisi”. I dettagli dell’operazione saranno illustrati in una conferenza stampa, che si terrà alle ore 11, nel Palazzo di Giustizia di Potenza.

Sono 18 (12 in carcere e sei ai domiciliari) le persone arrestate da Carabinieri e Guardia di Finanza nell’ambito dell’operazione della Direzione distrettuale antimafia di Potenza sul traffico di droga nel Metapontino. Secondo quanto si è appreso, le altre sei misure cautelari emesse dal gip del capoluogo lucano riguardano sei obblighi di dimora. Tra le persone arrestate vi è anche un noto imprenditore agricolo dell’area della costa jonica lucana.

Quasi quattro milioni di euro di provenienza illecita sono stati “investiti”, dal 2013 al 2019, soprattutto nella produzione di fragole, nel Metapontino, senza che transitassero su nessun conto corrente aziendale: è il risultato di maggior rilievo emerso durante l’operazione di Carabinieri e Guardia di Finanza che, stamani – con la regia della Direzione distrettuale antimafia di Potenza – ha portato in carcere 12 persone, altre sei agli arresti domiciliari e altre sei ancora all’obbligo di dimora.

La Dda potentina ritiene di aver scoperto “il più raffinato ed insidioso meccanismo di riciclaggio e reimpiego di denaro di provenienza illecita” – cioè dal traffico internazionale di droga – “per milioni e milioni di euro” mai scoperto finora in Basilicata: l’inchiesta ha individuato cinque piazze di spaccio, tutte in provincia di Matera, e i canali di approvvigionamento (Puglia, Calabria, Campania ed Albania), compresa la produzione “in proprio” di cannabis. Gli indagati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di droga (cocaina, marijuana e hascisc, soprattutto), estorsione, trasferimento fraudolento di valori, impiego di denaro di provenienza illecita e autoriciclaggio, incendio e induzione e rendere false dichiarazioni.

Il gip, nell’emettere i provvedimenti cautelari, non ha ritenuto che vi fossero i “gravi indizi” – sostenuti dalla Procura – per contestare il reato di associazione per delinquere di tipo mafioso. Al centro dell’attività criminale scoperta vi è un’azienda agricola nella quale venivano reimpiegati i “capitali illeciti nella disponibilità del sodalizio criminale”: è accaduto anche che fossero acquistati, in contanti, prodotti ortofrutticoli da terzi, “poi etichettati e rivenduti come produzione propria”. In tal modo, si è riusciti a “perfezionare il circuito di ripulitura dei proventi illeciti”. Proprio grazie ai fondi illeciti, i soci dell’azienda agricola finita al centro dell’inchiesta hanno potuto fare – secondo l’accusa – “sempre maggiori investimenti, acquistando terreni, immobili, attrezzature” – senza ricorrere al credito bancario – distorcendo così il mercato ai danni di aziende non dotate della stessa quantità di risorse.

L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa nei confronti di Giacomo Solimando, di 56 anni, ritenuto il capo del sodalizio e già detenuto, Filippo Solimando (52, già detenuto), Benito Arone (53, promotore del sodalizio) Aldo De Pascalis (61), Antonio Bevilacqua (32, promotore del sodalizio), Lorenzo Modarelli (51), Giuseppe Saccone (39), Antonio Morando (26), Giovanni Bruno (36), Stefano Santoro (55), Pietro Russo (42, già detenuto), Giuseppe Aloisio (33). Sono ai domiciliari Antonio Labriola (57), Pietro Violante (35), Marco Bruno (28), Daniele Tutino (48), Rossana De Pascalis (34), Leo De Pascalis (27). L’obbligo di dimora nel Comune di residenza è stato disposto per Antonio Di Pizzo (24), Stefano Travasio (33), Daniele Altieri (34), Maurizio Martino (31), Antonella Astrella (28), Marco Santarcangelo (40).

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