Processo con rito abbreviato per 89 imputati, su un totale di 452, coinvolti nella maxi-operazione Rinascita-Scott della Dda di Catanzaro contro i clan del Vibonese, scattata il 19 dicembre 2019. Il gup distrettuale di Catanzaro, Claudio Paris, ha infatti ammesso al processo con rito alternativo 89 imputati accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, tentato omicidio, estorsione, detenzione illegale di armi ed esplosivo, ricettazione e traffico di droga.
L’inchiesta, condotta dai carabinieri del Ros di Catanzaro e Roma, oltre al Nucleo Investigativo di Vibo Valentia, ha in particolare disarticolato i clan Mancuso di Limbadi e Nicotera, Lo Bianco di Vibo Valentia, Accorinti di Zungri, Bonavota di Sant’Onofrio, Cracolici di Maierato, Mazzotta di Pizzo, Pardea-Camillò-Macrì di Vibo Valentia, Barbieri di Cessaniti, Fiarè-Gasparro-Razionale di San Gregorio d’Ippona.
Diversi i collaboratori di giustizia che hanno permesso di ricostruire anni di azioni criminali: da Andrea Mantella a Raffaele Moscato, da Emanuele Mancuso a Bartolomeo Arena, sino a Michele Camillò e Gaetano Cannatà. L’inchiesta mira anche a fare luce sulle collusioni dei clan con la politica, l’imprenditoria e la pubblica amministrazione. Il rito abbreviato prevede un processo dinanzi al gup, “allo stato degli atti” ed a porte chiuse, oltre ad uno sconto di pena pari ad un terzo in caso di condanna.