Relazione DIA: ‘Ndrangheta dominastrice assoluta scena criminale. Meno violenza, più affaristica

Redazione

“Le organizzazioni criminali di tipo mafioso, nel loro incessante processo di adattamento alla mutevolezza dei contesti, hanno implementato le capacità relazionali sostituendo l’uso della violenza, sempre più residuale, con strategie di silenziosa infiltrazione e con azioni corruttive e intimidatorie”.

È quanto emerge dalla Relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia riguardo ai fenomeni di criminalità organizzata di tipo mafioso nel II semestre del 2022. La ‘Ndrangheta domina la scena criminale italiana, anche fuori dei tradizionali territori di influenza con mire che interessando quasi tutte le regioni. Ciò è dovuto alla sua “struttura coesa”, alle sue “capacità militari” e al forte radicamento nel territorio. In tentacoli si allungano oltre confine, coinvolgendo molti Stati europei (Spagna, Francia, Regno Unito, Belgio, Paesi Bassi, Svizzera, Germania, Austria, Repubblica Slovacca, Albania e Romania), il continente australiano e quello americano (Canada, USA, Messico, Colombia, Brasile, Perù, Argentina, Australia, Turchia ed Ecuador).

La relazione fa luce anche su come le organizzazioni criminali utilizzino sempre meno il ricorso alla violenza e al contrario esercitino sempre più interesse negli affari e negli investimenti, soprattutto in aree del Paese dove c’è una “forte sofferenza economica”. Obiettivo delle organizzazioni criminali anche “stare al passo con le più avanzate strategie di investimento”, riuscendo a cogliere anche le opportunità offerte dai fondi.

Emergono anche la “resilienza della criminalità organizzata” e la “capacità di cogliere celermente le trasformazioni tecnologiche e dei fenomeni economico-finanziari su scala globale, “sfruttando ogni opportunità di profitto e realizzando una notevole espansione speculativa, non da ultimo grazie agli strumenti tecnologici connessi al metaverso, alle piattaforme di comunicazioni criptate e in generale al web (sia la rete internet che il dark web) e ad altri settori del mondo digitale meno conosciuti”.

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