Scala Coeli (Cs), maxidiscarica sequestrata: disposte due misure cautelari

Alessia Antonucci

Dopo il sequestro della discarica per rifiuti speciali non pericolosi di Scala Coeli, questa mattina i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Catanzaro, supportati dai militari del Comando Provinciale Carabinieri di Cosenza, hanno eseguito la misura cautelare del divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale di ingegnere, per la durata di un anno, nei confronti del Direttore dei Lavori, al quale è provvisoriamente contestato il concorso nel reato di disastro ambientale, e la sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio nei confronti di un funzionario dell’Arpacal in relazione alla provvisoria imputazione di rifiuto di atti di ufficio. Le misure sono state disposte dal GIP del Tribunale di Castrovillari su richiesta della Procura della Repubblica.

In particolare, a livello di gravità indiziaria e salvo le successive verifiche, si è ritenuto che il Direttore dei Lavori avrebbe concorso con altri soggetti (l’amministratore del tempo della società titolare della discarica, i due amministratori della società esecutrice dei lavori relativi all’impianto, l’amministratore della società che ha realizzato l’impermeabilizzazione dell’invaso), nel reato di disastro ambientale, concordando con essi l’installazione di una tubazione, successivamente tombata, con diametro di 60 cm e lunghezza superiore a 60 m, non prevista in progetto né autorizzata dalla Regione Calabria, posta nella parte inferiore dell’invaso e che avrebbe consentito al percolato di fluire all’esterno dell’argine artificiale, omettendone, altresì, la segnalazione agli enti preposti; inoltre, egli avrebbe attestato, con apposito verbale, la corretta realizzazione dei lavori in trattazione, circostanza che non sarebbe corrispondente al vero.

In relazione alla posizione del funzionario Arpacal, l’impianto accusatorio ritiene che, nell’esercizio delle funzioni, pur avendo accertato, a seguito di controllo ispettivo effettuato in data 02.01.2023, la presenza di circa 40 cm di percolato sul fondo del secondo invaso, avrebbe omesso di redigere un compiuto verbale ispettivo contenente, in particolare, il riscontro della violazione del provvedimento A.I.A. D.D.G. n. 14284 del 20.11.2019, nella parte in cui che impone al titolare della discarica la completa rimozione del percolato insistente al di sopra del sistema di impermeabilizzazione; avrebbe, altresì, omesso di effettuare le conseguenti comunicazioni alle competenti autorità amministrative e giudiziarie, alle quali era tenuto per legge.

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