Traffico internazionale di stupefacenti: arresti anche nelle province di Cosenza e Vibo Valentia

Redazione

Sono ritenute parte di un’associazione a delinquere finalizzata al al traffico internazionale di sostanze stupefacenti e coinvolti in una serie di episodi di importazione, trasporto e cessione di sostanza stupefacente le 7 persone arrestate e le 18 perquisite nelle province di Firenze, Lecce, Cosenza, Torino, Prato e Vibo Valentia. Per una persona disposti l’obbligo di firma. Si tratta di persone – di nazionalità italiana, albanese, rumena ed ucraina – già coinvolte in fatti di criminalità organizzata, italiana ed albanese. L’ordinanza è stata eseguita – su misure disposte dal Gip su richiesta della Dda di Firenze – dai Finanzieri del Comando Provinciale di Pisa, in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata e la Stazione Navale di Livorno. Le indagini sono state dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze in costante e sinergico contatto con la Struttura speciale contro la corruzione e la criminalità organizzata albanese (SPAK) e con La Fiscalia Generai del Estado ecuadoregna (FGE) nel quadro di una squadra investigativa comune. Le attività investigative hanno permesso di scoprire, mediante l‘utilizzo di articolate attività anche di natura tecnica, un ampio contesto criminale dedito all’importazione di ingenti quantitativi di cocaina dal Sudamerica, inviati da un’autonoma struttura criminale dislocata in Ecuador ed operante tra quel Paese e la Colombia, ove viene acquistato il narcotico successivamente importato in Italia attraverso il porto di Livorno. Nel corso delle indagini svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Pisa e dallo S.C.I.C.O, sono stati accertati rapporti criminali per la fornitura di sostanza stupefacente tra esponenti della criminalità organizzata italiana (‘ndrangheta, camorra) e il sodalizio criminale albanese accertato, operante tra Italia, ma con ramificazioni in Belgio, Albania, Francia, Germania, Ecuador e Colombia. I carichi di droga venivano inviati dal Sudamerica in Europa in container presso porti italiani (Livorno, Genova e Savona) e di altri Paesi europei (quali Barcellona, Anversa, Rotterdam e San Pietroburgo).

Droga nei container

I container venivano stoccati nei porti di arrivo, dove apposite squadre di recupero provvedevano al prelievo del narcotico ed alla loro esfiltrazione dalle aree portuali, per poi essere messi a disposizione delle compagini criminali. Per agevolare le operazioni di individuazione e recupero della cocaina, il sodalizio criminale utilizzava dispositivi di radiolocalizzazione, mentre la sostanza veniva occultata all’interno dei contenitori aventi carico di copertura frutta esotica o nelle intercapedini ricavate per lo scopo. L’attività di indagine ha consentito di sequestrare oltre 2 tonnellate di cocaina, 45 kg di hashish, 20 kg di marijuana – che avrebbero fruttato circa 70 milioni di euro alla consorteria criminale – e di trarre in arresto, in flagranza di reato, ulteriori 3 responsabili. I risultati operativi sono stati ottenuti anche grazie al prezioso contributo di Eurojust, Europol, Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e l’Ufficio dell’Esperto per la Sicurezza di Tirana, che hanno fornito un costante supporto investigativo agli operatori di Polizia Giudiziaria. La Direzione Nazionale Antimafia ha assicurato il coordinamento con gli altri Uffici distrettuali antimafia italiani. Analoghe operazioni sono in corso in Albania e negli altri paesi coinvolti, i cui esiti finali non sono ancora noti.

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