Fermo non convalidato ma emissione di un’ordinanza cautelare in carcere. Resta in carcere a Vibo Valentia, Antonio Scidà, il 61enne accusato del tentato omicidio di una donna, D.G. di 42 anni, avvenuto venerdì scorso a Tropea. La posizione di Scidà – difeso dall’avvocato Mario Bagnato – si è ulteriormente aggravata in quanto adesso la procura gli contesta anche l’incendio dell’auto le minacce reiterate rivolte alla vittima.
Il provvedimento è stato emesso dal gip Francesca Del Vecchio al termine dell’udienza di convalida nel corso della quale l’uomo ha ammesso solo in parte gli addebiti, e cioè di aver sparato alla donna, ma negando l’intento omicida. Ha riferito infatti di volerla soltanto spaventare, affinché fosse la stessa a porre “fine ad alcuni comportamenti persecutori posti in essere nei suoi confronti”. Ulteriore ammissione ha riguardato il possesso dell’arma negando invece quello dell’ordigno rinvenuto nel cortile del palazzo in cui abita. Ordigno che gli artificieri dei Carabinieri hanno catalogato come “micidiale”.
Scidà, interrogato nuovamente, ha risposto di non ricordare alcun episodio, “stante l’assunzione di medicinali connessa ad uno stato patologico di depressione”, specificando in ogni caso di aver “avuto un rapporto sentimentale con la donna, conclusosi da qualche mese, ma di non aver mai assunto atteggiamenti persecutori nei suoi confronti”. Per il magistrato, i fatti, come descritti, sono già di per sé “idonei ad integrare la gravità indiziaria in ordine ai reati contestati”. Gli accertamenti degli investigatori hanno fatto emergere anche l’inceppamento dell’arma, circostanza, questa, che “ha necessariamente interrotto l’iter criminis, che avrebbe potuto avere conseguenze peggiori”.