Erano in tanti questa mattina al flash mob organizzato dall’Autorità di sistema portuale di Gioia Tauro per dare un segnale forte, deciso, di quello che potrebbe accadere se il porto calabrese dovesse essere ridimensionato a causa della direttiva Ets che introduce tasse a chi usa combustibili fossili sulle navi nel Mediterraneo. Migliaia di persone, tra portuali, cittadini, rappresentanti politici ed istituzionali, tra cui decine di sindaci, si sono fermati per un’ora davanti al gate portuale per chiedere alla Ue di rivedere la direttiva che potrebbe penalizzare il più grande hub di transhipment del paese. Davanti ai cancelli del porto numerose delegazioni di portuali: i dipendenti dei due terminalisti di Mct e di Automotive Gioia Tauro, quelli delle società esterne, i manutentori, le società di servizi portuali e marittimi e tanti cittadini preoccupatissimi per quello che sta accadendo. Ha partecipato anche una nutrita delegazione dei dipendenti del gruppo Callipo che a Gioia Tauro ha lo stoccaggio del tonno lavorato nello stabilimento di Maierato. Al flash mob organizzato dall’Autorità di sistema portuale guidata da Andrea Agostinelli, tanti politici di vari schieramenti. Nessun comizio, ma un grande presidio che è servito, come ha ricordato Agostinelli, a far capire al Governo e all’Europarlamento le contraddizioni di una norma che mette a rischio gli scali italiani ed europei favorendo quelli del Nord Africa, senza ridurre alcun effetto inquinante.
Tutti uniti per salvare il Porto di Gioia Tauro
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