Prima l’operazione “Waste water” in Calabria, promossa dalla procura di Lamezia Terme, e poi quella della procura di Lecce “Sangue amaro”. Piombano nuovi problemi giudiziari per Roberto Martena e Maurizio Martena, in Calabria colpiti da una misura dell’interdizione dell’esercizio di attività imprenditoriale nel settore dei rifiuti, e invece arrestati dalla procura pugliese nell’ambito di una complessa indagine sullo smaltimento di sangue animale.
Sette in tutto gli imprenditori, accusati di smaltire illecitamente e abusivamente sangue animale, e arrestati dai carabinieri del Comando per la Tutela Ambientale e del Comando Gruppo Carabinieri Forestali di Lecce, supportati dai Comandi Provinciali dell’Arma di Brindisi, Lecce, Latina, Roma e Napoli. Sono accusati di associazione per delinquere, traffico illecito e gestione illecita di rifiuti. L’indagine ha avuto inizio verso la fine di ottobre del 2018, a seguito del controllo di un impianto di magazzinaggio di sottoprodotti di origine animale, la Orm srl, nel comune di Oria (Brindisi), che si occupa dell’attività di recupero e smaltimento di scarti di origine animale (cosiddetta Soa).
Nel corso del tempo, si è accertato che il materiale ematico proveniente dalla macellazione degli animali, da gestire secondo una specifica filiera, veniva smaltito illecitamente all’interno di alcuni terreni e, in particolare in un pozzo nella disponibilità di uno degli indagati principali, con diramazioni anche fuori dal territorio pugliese, con il concorso, in particolare, di 2 aziende operanti in Campania a Caivano (Napoli) e nel Lazio a Latina.
In Calabria, invece, sono accusati a vario titolo di aver convogliato reflui industriali, provocando l’inquinamento delle acque, alla foce del Torrente Turrina, dove si misurava un saggio di tossicità del 90-100%, in area sottoposta a vincolo paesaggistico, ma anche la contaminazione dei terreni antistanti allo stabilimento industriale intrisi dai reflui industriali, dove si registravano elevate soglie di concentrazione di idrocarburi pesanti, nonché di alluminio, ferro e manganese, infine il nuovo delitto di omessa bonifica.