Sono numeri incoraggianti quelli riscontrati lo scorso anno, e nei primi mesi di quest’anno nelle visite ai siti archeologici della città di Reggio Calabria, che grazie ad un progetto dell’Amministrazione comunale sono stati affidati alla cura ed all’attenzione di alcune associazioni culturali della città. “Luoghi in stato di abbandono, non solo del sito in sé, ma anche in stato di abbandono e non curanza dell’importanza della nostra storia e della nostra identità” ha detto il sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà nel corso di una conferenza stampa a palazzo San Giorgio, assieme all’assessore alla Cultura Irene Calabrò e la dirigente dello stesso settore Daniela Neri, per fare il punto sull’iniziativa. Diciottomila i visitatori, molti anche stranieri, nel 2018, ed altrettanti si annunciano per quest’anno, ad ammirare l’Ipogeo di piazza Italia, l’Odeion, parte di un antico teatro oggi relegato e protetto tra le fondamenta di un edificio residenziale in via del Torrione, l’area archeologia di San Leo a Pellaro e i resti dell’antica Motta Sant’Agata, una delle sette ‘motte’ che popolavano le colline di Reggio. Luoghi recuperati della memoria storica, dell’identità della Reggio antica, “per valorizzare il nostro patrimonio, intanto per noi stessi, ma anche per offrirlo ai tanti turisti ed alle tante scolaresche che ogni anno vengono dalle nostre parti – ha spiegato Falcomatà -. Lo abbiamo fatto coinvolgendo le associazioni; questa è stata la grandissima scommessa vinta, di associazioni che si occupano di cultura, che conoscono l’importanza della valorizzazione delle nostre radici storiche, e culturali”. Tre le associazioni coinvolte quest’anno, l’Associazione Garbaldina, per il sito di Pellaro, la Proloco San Salvatore per Motta Sant’Agata e l’Associazione In.Si.De, per l’Odeion e l’Ipogeo di piazza Italia. “Avere oggi, a distanza di un anno – ha commentato Falcomatà – i numeri di migliaia di presenze in siti che erano chiusi, che non erano conosciuti, o anche un po’ più periferici rispetto al centro della città, sono la dimostrazione di quanto è attrattivo il nostro territorio in chiave turistica. Una esperienza che potrebbe essere l’embrione di industri turistica sulla quale investire. E’ vero che queste sono associazioni senza scopo di lucro, ma è anche vero – ha concluso il Sindaco – che attraverso l’offerta libera ed il contributo volontario dei visitatori hanno potuto mantenere e recuperare la piena fruibilità di questo patrimonio e crescere come associazioni”.
18mila visitatori in 2018 a siti archeologici Reggio
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