Prosegue con successo la rassegna di teatro contemporaneo “Sguardi a Sud”, con la brillante direzione artistica di Mario Massaro e il patrocinio del Comune di Mendicino. Sabato 26 novembre (ore 18), al teatro comunale di Mendicino, andrà in scena una nuova produzione della compagnia Porta Cenere: “Le Bureau de Porc”. Uno spettacolo scritto e diretto da Natale Filice, con l’attore Mario Massaro e, in video, gli attori Elisa Ianni Palarchio e Mirko Iaquinta. Videomapping e scene virtuali a cura di Giampaolo Palumbo e Valerio Massimo Filice, costumi di Antonella Carbone e video di Antonio Arena. La multidisciplinarità delle arti consente di creare un perfetto connubio fra tradizione e innovazione.Punto di partenza dello spettacolo è la fiaba di Barbablù di Charles Perrault, pubblicata nel 1967. Ne esistono varie versioni che differiscono leggermente in relazione alle traduzioni ma, di base, si tratta di un racconto horror. “Le Bureau de Porc” nasce come narrazione di avvenimenti che riguardano sia la storia contadina calabrese dell’uccisione del maiale sia la fiaba di Barbablù con la sua ossessione di uccidere le mogli. Uno spettacolo che invita alla riflessione e solleva dibattiti attuali, ponendo al centro del racconto conflitti e diverse forme di violenza. Non a caso, la data scelta per la rappresentazione teatrale è il 26 novembre, data successiva alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.La versione del regista e scrittore Natale Filice vuole incantare e infondere le suggestioni insite nel testo, facendo assaporare e vivere le sensazioni e le atmosfere “meravigliose” della fiaba. Ma, al tempo stesso, pone al centro gli scontri tra contadini e proprietari. Un monologo in cui il narratore, Mario Massaro, è sempre distinto dai personaggi di cui parla (interpretati dagli attori Elisa Ianni Palarchio e Mirko Iaquinta) e conduce una vera e propria indagine sui fatti accaduti, avvalendosi di immagini e suoni. Nel corso dello spettacolo, il cantastorie si interrogherà sul perché Barbablù aveva questa ossessione di uccidere le mogli e su cosa lo portava a odiare tanto il genere femminile.Il direttore artistico della rassegna “Sguardi a Sud”, nonché protagonista dello spettacolo, Mario Massaro, ha dichiarato che: «“Le Bureau de Porc” è una fiaba macabra, dark che in questa versione è stata sapientemente riscritta dal regista Natale Filice. Lo spettatore verrà coinvolto nel racconto grazie a videoproiezioni e flashback su fatti accaduti. È un lavoro che ci ha impegnato molto. Confesso che Mirko, Elisa e Natale sono colleghi di grande talento con i quali lavorare non diventa mai un peso, ma un’allegra rimpatriata tra amici. È bello sapere che in Calabria esistono professionisti così preparati ed entusiasti per questo lavoro. Venite a teatro a emozionarvi. Tutto si svolge dal vivo, al buio. Non esistono posti migliori dove lasciar andare le emozioni e partecipare con gli artisti sulla scena al loro racconto».Il regista Natale Filice ha precisato che «“Le Bureau de Porc” è un testo di 20 anni fa col quale volevo (fin troppo ingenuamente) interrogare l’incipiente seconda ondata degli attori-narratori di casa nostra. Volevo interrogare il loro dualismo assiologico del buono e del cattivo, la loro arborescenza ammantata di etico furore. In altre parole, ho cercato di progettare e realizzare (in laboratorio, sostanzialmente) una drammaturgia fallimentare e irricevibile. All’epoca, l’isolamento mi pareva il male minore. La penso ancora così. Oggi che le cose teatrali si sono un po’ trasformate (pur nella stagnazione cronica che ci avvilisce da un trentennio abbondante – quanto è lungo questo inverno?!), ho pensato (in realtà, senza alcuna buona ragione) di ripiangere sul latte versato, nel tentativo (ovviamente velleitario e destinato ancora al fallimento) di sorprendere me stesso (non oso menzionare il pubblico invano) in un moto di meraviglia – l’unica cortigiana dell’arte che abbia mai suscitato il mio interesse. Quanto alle tematiche, non ci sono tematiche. Quanto al messaggio, non c’è messaggio. È solo l’esorcismo un po’ picaresco di un osservatore perplesso e costantemente insoddisfatto».