Iniziata a Cetraro “Chiacchiere da bar“, una serie di appuntamenti del progetto “Costruttori di Bellezza” a cura del Gruppo Giovani dell’oratorio San Benedetto Abate. Il primo topic “Io e la mia città” dedicato ai temi di etica, cittadinanza attiva e impegno sociale, si è tenuto ieri sera in un locale della cittadina tirrenica. Qui diversi giovani cetraresi si sono incontrati per condividere idee, proposte e speranze per la città che abitano. “Universitari, lavoratori, fuori sede, tutti accomunati dall’amore e dalla passione per il proprio paese. Un evento che – auspicano i giovani – ha attivato un processo di cambiamento delle coscienze per il bene comune e il pieno coinvolgimento delle nuove generazioni”, dichiarano gli organizzatori. A riguardo il parroco don Francesco Lauria dichiara: “Oggi si respira un contesto sociale arido, in cui si registra una recessione ad ogni forma di ‘cosa pubblica’. Spesso ascolto i giovani e manca in loro il senso di appartenenza, i punti di riferimento, spazi di confronto e di crescita, luoghi sani da abitare. Da tutto questo nasce il progetto ‘Chiacchiere da bar’, che non ha nessuna pretesa se non quello di creare un’occasione di incontro e scambio di emozioni ed idee tra i giovani della città, per promuovere la cultura, attivare il bene comune, ascoltare i loro sogni. L’immagine che abbiamo utilizzato ieri è la figura geometrica del poliedro, che richiama come diceva don Tonino Bello, ‘la convivialità delle differenza’. Nessuno di noi è soggetto già definito, ma si sviluppa sulla base dell’incontro con l’altro. Perché unico e irripetibile, in una dialettica circolare della relazione, l’uomo costruisce il proprio pensiero grazie al reciproco scambio d’informazioni, nella differenza delle idee. Il pensiero divergente e la creatività sono la strada da percorrere per dare un volto nuovo alla nostra comunità, un volto autentico. Ieri ho consegnato ai giovani presenti una parola, oggi usata ed abusata in tutte le sue forme ,ma che forse fatichiamo a comprenderne il vero significato: la resilienza. Essere tali non significa resistere, affrontare, superare ogni ostacolo, ma saper assorbire l’urto per tornare nella situazione precedente meglio di prima. Come la barca a vela, auguro ai giovani di questa città, di assorbire l’avversità del vento per tracciare la rotta da seguire”, conclude il parroco.
Cetraro, avviato “Chiacchiere da Bar”, ciclo di appuntamenti del progetto “Costruttori di Bellezza”
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