La modernità di Andreatta per il futuro della Calabria

Anna Franchino

 Cinquant’anni di storia, cinquant’anni di lezioni, cinquant’anni di aneddoti. Ma da dove è partito tutto? Franco Bartucci, con il suo libro “L’avventura di Andreatta in Calabria. Un campus per competere nel mondo” edito da Pellegrini, ripercorre i primissimi anni di vita dell’Università della Calabria, attraverso la figura del primo rettore dell’Ateneo calabrese. Di questi temi si è discusso domenica sera a San Lucido, nella splendida cornice del chiostro comunale. Un secondo appuntamento dunque dedicato all’Università della Calabria, alla vigilia della cerimonia celebrativa del cinquantesimo anno accademico organizzata dallo stesso Rettore, prof. Nicola Leone, dopo la consegna delle pergamene ai laureati sanlucidani nella serata del 14 settembre. Stavolta l’incontro è stato incentrato sul libro di Bartucci, memoria storica dell’Università, che con orgoglio e commozione ha parlato del suo primo incontro con Beniamino Andreatta, quando era poco più che un giovane che credeva come tanti alla nascita della prima Università calabrese sui territori dei Comuni di Rende e Montalto Uffugo. Ricordi speciali e vivi nella mente e nel cuore del giornalista, narrati con passione e con quel senso di appartenenza che contraddistingue la sua genuinità. Una vita dedicata all’informazione dell’ateneo cosentino, 36 anni pieni di attività al servizio dell’Università e del territorio. Alla presentazione del volume sono intervenuti il Sindaco di San Lucido, dott. Cosimo De Tommaso, l’Assessore alla Cultura, prof.ssa Floriana Chiappetta, che hanno espresso sentimenti e parole di sostegno ed orgoglio nei confronti dell’Università della Calabria per essere divenuta fucina di conoscenza e centro culturale, oltre che formativo, per tanti giovani calabresi, pensando agli oltre 300 laureati sanlucidani licenziati con un titolo accademico di qualità nell’arco dei cinquant’anni della sua presenza sul territorio cosentino. L’incontro di presentazione del  libro, moderato da Debora Calomino, dottoranda di ricerca all’UniCal, è stato organizzato dall’Amministrazione Comunale di San Lucido e dall’Associazione Internazionale “Amici dell’Università della Calabria”, con il patrocinio della stessa Università, dell’Associazione “Onda d’urto” di San Lucido e dal Circolo della stampa “Maria Rosaria Sessa” di Cosenza, rappresentata nella circostanza dal suo vice presidente, prof. Franco Mollo. Una presenza ed una testimonianza la sua molto importante e storica per effetto di aver fatto parte delle prime seicento matricole dell’Università della Calabria nell’anno accademico 1972/1973 per il corso di laurea in Fisica; oltre  che per la sua elezione, in rappresentanza degli studenti, chiamato a far parte del primo Consiglio di Amministrazione dell’Università, presieduto dal Rettore Beniamino Andreatta. Chi meglio del prof. Franco Mollo poteva parlare della figura di Andreatta accademico ed anche politico, sostenitore della Democrazia Cristiana, aperto al dialogo con tutti in modo molto umano, accogliente e aperto al servizio. La sua formazione politica era strettamente legata a un dialogo aperto e costruttivo soltanto con quei soggetti politici appartenenti ai “partiti dell’arco costituzionale”. Una formula oggi non più considerata e oggetto di discussioni e contrapposizioni meritevole di approfondimento soprattutto alla luce della crisi politica in atto. Per il prof. Mollo ancora oggi, guardando alla figura del primo Rettore dell’Università della Calabria, Beniamino Andreatta, ne scaturisce una figura di grande modernità che sapeva guardare al futuro della Calabria e del Paese, pensando alle sue azioni e interventi mirati alla ricerca applicata in materia energetica con la valorizzazione dell’energia solare; come alla tutela del territorio impostando con l’area d’ingegneria un percorso di studio finalizzato alla conoscenza del dissesto idrogeologico; come all’insegnamento pensando alla scuola di formazione primaria. Ma della modernità di Andreatta ne ha parlato Franco Bartucci  ricordando i periodi emozionanti vissuti nel sostenere il lavoro del primo Rettore, insieme al gruppo dei primi dirigenti, che credevano nelle sue idee di gestione amministrativa, ben esplicitate nel primo Statuto dell’Ateneo. Ha parlato dei primati di Andreatta presenti nella storia dell’UniCal, come il diritto d’informazione e della “trasparenza” degli atti amministrativi, della costituzione del primo nucleo italiano di “Protezione Civile”, con un pronto intervento effettuato  nel 1973 nel Comune di Fabrizia sulle Serre vibonesi. Con Andreatta l’Università della Calabria ha oggi una eredità straordinaria di valori e stimoli per migliorare se stessa, soprattutto sapendosi  rapportare con la società calabrese, così come potrà incidere ancora meglio se verranno portate a compimento quelle strutture mancanti del progetto internazionale di realizzazione delle strutture universitarie, scaturite dal concorso internazionale del 1973, che non ha fatto mancare atti giudiziari di contrapposizione rallentandone il suo percorso di sviluppo. E’ una storia da scoprire e leggere dato che son passati  oltre cinquant’anni dall’inizio degli insediamenti degli organi didattici ed amministrativi. Conservarne la memoria è fondamentale ed è auspicabile che l’Università, con lo stimolo dell’Associazione Internazionale “Amici dell’Università della Calabria”, ne prenda atto creando nella nuova generazione di studenti e personale tecnico amministrativo, come negli stessi docenti, tutte le opportunità mirate a conoscerne la storia e di conseguenza agire utilizzando al meglio i suoi valori fondanti.

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