La splendida cornice della Casa Nazareth di Villa Rosa, imponente struttura gestita dalle suore del Preziosissimo Sangue e oasi di pace e serenità sita al confine tra Platania e Decollatura, ha ospitato un evento davvero singolare. Il neo laureato in storia Filippo Cardamone di Soveria Mannelli, ha voluto celebrare in modo insolito, dopo la canonica festa seguita alla discussione in Ateneo, il suo prezioso lavoro di ricerca storica su Ottone II, uno dei sovrani più importanti del Sacro Romano Impero e che costituisce il fulcro centrale della sua tesi di laurea. Questa seconda “discussione” Filippo l’ha voluta organizzare insieme all’Associazione nazionale Arma di Cavalleria (A.N.A.C) di cui egli stesso fa parte e che rivela ulteriormente la sua passione per la storia, ancor di più per gli eventi d’armi. Ottone II, protagonista della ricerca di Cardamone, vissuto nel X secolo d.C., ebbe a che fare con la Calabria dove si scontrò con gli arabi bizantini. Cardamone, a distanza di molti anni, dopo aver approfondito le ricerche sulle vicende legate all’imperatore sassone, ne ha tratto un interessantissimo testo in cui elabora alcune teorie sulla battaglia calabrese combattuta dall’imperatore con riferimenti anche al territorio del Reventino. “Ero uno studente di terza liceo – spiega Cardamone durante la presentazione della sua tesi – quando il professore di storia (lo storico di Decollatura, Mario Gallo ndr), ci fece fare una ricerca su Ottone II di Sassonia che stavamo studiando, per sapere il luogo di scontro con gli arabi bizantini. Notai che c’erano discrepanze tra il dizionario enciclopedico Treccani e il libro di testo il primo, infatti, citava Capo Colonna e l’altro Stilo. Ciò mi incuriosì parecchio. A distanza di oltre 40 anni ho deciso di indagare più a fondo questi aspetti dell’accaduto ed è da lì che nasce questa mia tesi”. “Gli storici – ha proseguito Cardamone – sono concordi nel dire che la battaglia sia stata combattuta in Calabria il 13 luglio del 982, ma discordano sul luogo. Oltre a Capo Colonna e Stilo, ci sono anche Cannitello e Crotone come ipotesi. Io, però, penso possa essere avvenuto anche sul Tirreno e in particolare partendo da Lamezia dove potrebbe essere iniziata la battaglia, giungendo poi alla battaglia decisiva proprio a Decollatura. Non è un’ipotesi campata in aria poiché proprio alcuni storici, in particolare il Marafioti, assegnano al nome Decollatura un’etimologia collegata ad alcune decapitazioni di sassoni. Del resto si parla di scontri tra Pirro e i Mamertini, tra Normanni e Svevi, perché allora non aggiungere un ulteriore luogo alla lista?”. Un plauso a Cardamone è arrivato dall’ex preside e studioso di storia, prof. Angelo Falbo che durante il suo intervento, ha letto una lettera del prof. Gallo, assente all’incontro per motivi personali, il cui l’ex insegnante di Cardamone al liceo, gli fa i complimenti per la grande passione e per la tenacia dello stesso nel portare a termine un lavoro così scrupolosamente. Parole di elogio, ovviamente, ribadite da Falbo che ha aggiunto “Bisogna fare gli auguri e i complimenti a Filippo Cardamone per questo suo studio su un periodo di per sé poco indagato e comunque molto lontano da noi”. “Lui – ha aggiunto Falbo – ha incentrato la ricerca sul luogo dove sarebbe avvenuta la battaglia, ma al di là di questo aspetto, che se non indagato profondamente da archeologia o etnografia, continua a restare sui si dice e, se pur belle e affascinanti, sulle leggende, il lavoro su Ottone ci porta a fare alcune riflessioni. Ad esempio pensare che la storia dell’umanità, qualsiasi siano gli ideali che vi stanno dietro, non può essere affidata alle armi, bensì alla diplomazia, soprattutto oggi che facilmente si può arrivare alla distruzione del pianeta con le bombe atomiche. Comunque – ha concluso Falbo – ringrazio Filippo Cardamone perché con la sua tesi mi ha fatto riaprire i libri e rileggere un momento della storia molto lontano”. Al suo fianco, in questa giornata, Cardamone ha voluto l’associazione di cui è membro, ovvero l’A.N.A.C.. Il presidente regionale, Cavaliere Cesare Mancuso ha ribadito come “La nostra associazione sia orgogliosa del prestigioso traguardo raggiunto dal nostro Cardamone. L’A.N.A.C. è una realtà nata più di un secolo fa e, da sempre, promuove iniziative culturali, storiche che valorizzano i luoghi e che non riguardano solo la cavalleria. La nostra – ha terminato Mancuso – è un’associazione regionale, non ha molti associati come in altre realtà, ma è ugualmente vicina alla gente, a chi ne ha bisogno in modo silenzioso, del resto com’è nelle corde di un vero cavaliere, votato ad aiutare il prossimo, anche perché l’associazione non ha scopo di lucro”. Prima del dibattito con il pubblico che ha preceduto il momento conviviale e chiuso l’incontro, la parola è passata al Generale Giuseppe Perre. “Sono siciliano, ma mi sento quasi calabrese per aver vissuto qui fino alla partenza per l’accademia militare e sono contento di aver scoperto un altro magnifico pezzo di regione che non conoscevo e che fa da degna cornice alla festa per la laurea del nostro associato Filippo Cardamone cui faccio i miei più sinceri auguri e complimenti”.
La storia di Ottone II, Imperatore sassone che combattè in Calabria
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