L’Istituto comprensivo “Fausto Gullo” di Cosenza è stato premiato con la medaglia d’argento al concorso nazionale “La scuola adotta un monumento”, promosso dalla Fondazione “Napoli Novantanove”, presieduta da Mirella Stampa Barracco, con la collaborazione del MIUR e del MIBACT. L’Istituto “Gullo” ha preso parte al concorso, adottando, come monumento di cui gli studenti si sono presi cura, il sipario storico del Teatro “Rendano”. Da oltre vent’anni “La scuola adotta un monumento” è un progetto di educazione permanente al rispetto e alla tutela del patrimonio storico-artistico che proprio grazie alla intuizione della Fondazione “Napoli Novantanove”, è diventato, con il passare degli anni, un vero e proprio piccolo miracolo di didattica dell’arte e dei beni culturali. A questo exploit hanno contribuito le scuole di tutta Italia e l’entusiasmo di una popolazione studentesca sempre più interessata a conoscere la storia della propria città e del suo patrimonio artistico e pronta a prendersene cura, in una parola, ad adottarlo. L’ingresso dell’Istituto Comprensivo “Fausto Gullo” nel medagliere del concorso è particolarmente degno di nota perché quella di quest’anno è stata un’edizione speciale a causa del Covid che ha impedito la partecipazione in presenza delle scuole alla fase finale. Tanto è vero che non c’è stata neanche la consueta cerimonia di premiazione, ma solo la comunicazione dei vincitori alle scuole partecipanti, dopo l’attenta valutazione da parte della giuria dei contributi video pervenuti. Il riconoscimento all’Istituto “Gullo” è stato salutato con particolare soddisfazione dall’Assessore alla scuola di Palazzo dei Bruzi, Matilde Spadafora Lanzino. “Con sincero orgoglio – ha commentato l’Assessore – esprimo le mie più vive congratulazioni all’Istituto “Gullo” cui è stata assegnata la medaglia d’argento in questo importante e interessante concorso che vede ogni anno la nostra città presente e vincitrice. L’impegno profuso e giustamente premiato, in un periodo di generale difficoltà – ha aggiunto Spadafora Lanzino – è stato certamente motore di crescita per il gruppo di lavoro: in linea generale perché ha fortificato la capacità e la caparbietà di procedere al completamento del lavoro, in barba al subdolo virus che ci tiene sospesi al filo, quasi “come d’autunno sugli alberi le foglie…”; nello specifico perché ha proiettato giovanissimi di questo tempo presente in un passato lontano e in un futuro di speranza, rinnovando la memoria e il cammino di un “luogo” e di una “cosa”: pezzi di storia della loro città, della loro Cosenza”.
Ad indirizzare i ragazzi dell’istituto comprensivo “Fausto Gullo” a partecipare al concorso, scegliendo il sipario storico del teatro Rendano, sono state la dirigente scolastica, prof.ssa Filomena Lanzone, e le docenti Marilena Gallo e Roberta Coscarella, referenti del progetto. Il sipario storico del Teatro “Rendano” è un pregevole manufatto con 119 anni di vita, opera di Paolo Vetri, pittore siciliano di nascita e napoletano di formazione, che lo realizzò nel 1901 e che oggi, per la sua importanza, merita di essere sottoposto ad un accurato lavoro di restauro. La tela raffigura, come è noto, il festoso arrivo a Cosenza, nel 1433, di Luigi III d’Angiò, duca di Calabria, e della sua giovane sposa Margherita di Savoia. Il video realizzato per “La scuola adotta un monumento”dagli allievi delle prime classi ad indirizzo musicale della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto “Gullo” è entrato di diritto a far parte dell’Atlante dei monumenti adottati da tutte le scuole italiane. Purtroppo l’emergenza Covid ha costretto i ragazzi del “Gullo” a ridimensionare l’idea iniziale del progetto che prevedeva la realizzazione di un video al teatro “Rendano” su una sceneggiatura vera e propria che era stata studiata nei minimi particolari immaginando un dialogo tra loro e il sipario storico fatto assurgere, nell’immaginazione degli studenti, a dignità di persona. Il dialogo doveva essere lo spunto per raccontare anche la storia del Teatro Rendano, inaugurato il 20 novembre del 1909 con l’Aida di Giuseppe Verdi. L’epilogo di questa conversazione tra gli allievi e il sipario si sarebbe dovuto incentrare interamente sulla necessità di restaurare la tela che, a quasi 120 anni da quel 1901, manifesta i segni del tempo, tant’è che qualche anno fa era stata avviata una raccolta di fondi mossa proprio da questo intento. Il lockdown ha bloccato gli studenti a casa, ma il lavoro è stato portato a termine ugualmente e al posto delle immagini video sono state utilizzate foto e didascalie che hanno spiegato ugualmente l’obiettivo del progetto, consentendo al “Gullo” di ricevere la medaglia d’argento.