Reggio Calabria è tra le 10 città prescelte per la presentazione, svoltasi oggi, dell'”Atlante dell’infanzia a rischio” 2019 (“Il tempo dei bambini”) a cura di Giulio Cederna, pubblicato da Save The Children. Come evidenziato a più riprese dalla moderatrice Carla Sorgiovanni, referente regionale dei programmi della Calabria di Save The Children, si tratta del decimo rapporto, edito peraltro giusto nell’anno del centenario dell’importante organizzazione internazionale. Lo riferisce una nota dell’ufficio stampa del Comune di Reggio Calabria. “Accanto al sindaco Giuseppe Falcomatà – si aggiunge – nel corso dei lavori a Palazzo San Giorgio sono intervenuti la coordinatrice Advocacy di Save The Children Giusy D’Alconzo; Maurizio Bonati, responsabile del Laboratorio per la salute materno-infantile dell’Irccs Istituto di ricerche farmacologiche ‘Mario Negri’; il fondatore della comunità Progetto Sud di Lamezia Terme, don Giacomo Panizza; Anna Nucera, dirigente scolastico dell’Istituto ‘Panella-Vallauri’ e membro del Coordinamento delle Alleanze educative, e Mario Nasone, presidente del Centro comunitario Agape”. “Per noi – ha detto il sindaco Falcomatà – è un onore essere tra le 10 città individuate per questa presentazione simultanea nazionale perché sappiamo bene che da lungo tempo c’è disattenzione su questo tema da parte di politici e istituzioni. Ma anche perché, a fronte dello stimolo positivo costantemente giunto dalle associazioni, tante cose noi le abbiamo fatte e siamo riuscite a farli grazie a fonti di finanziamento che stanno fuori dal bilancio dell’Ente proprio perché la politica nazionale ha deciso di non programmare in maniera strutturale interventi su fronti delicatissimi come il contrasto alla povertà o all’abbandono scolastico, ma anche un’idonea qualificazione dei luoghi in cui i percorsi formativi e d’istruzione vengono svolti da migliaia di giovanissimi cittadini”. “Nel 2014, Reggio Calabria – ha detto ancora il Primo cittadino – non aveva neanche un asilo nido comunale. Oggi ne ha tre, ma grazie a fondi Pac, del Piano d’azione-coesione, che non sono tra le fonti ordinarie di finanziamento. Non sappiamo però cosa ne sarà una volta chiuso questo ciclo di programmazione. Gli asili nido sono lo specchio di questo problema, ma anche del Paese, visto che in altre città d’Italia lo stesso servizio viene garantito attraverso trasferimenti dello Stato; mentre l’ordinario a queste latitudini ci è sottratto. Allo stesso modo, senza i fondi del Pon Metro e dei Patti per il Sud, non avremmo mai potuto riqualificare molti dei nostri istituti scolastici: quello stesso Pon Metro che nelle prossime settimane ci consentirà di erogare da cinquemila a settemila euro a 310 famiglie reggine, anche se ne avrebbero bisogno circa 700, per consentire ai loro ragazzi di andare a scuola. E criticità dello stesso tipo non ci consentono di essere del tutto puntuali nel rimborso dei buoni-libro ai librai. D’altra parte non si capisce perché la partita economica relativa agli assistenti educativi debba essere gestita in maniera differenziata da città e città anziché in maniera unitaria e centralizzata come avviene, ad esempio, per gli insegnanti”. “Del resto – ha concluso Falcomatà – sono le stesse iniquità alla base di alcuni numeri impietosi contenuti nell”Atlante’ di Save The Children: da un lato i tassi di natalità sempre decrescenti e dall’altro il numero sempre in esorbitante aumento dei nostri giovani conterranei, spesso i migliori cervelli che abbiamo, che sono costretti ad andare via”.
Presentato a Reggio Atlante di “Save the Children”
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