La celebrazione della Giornata Mondiale del Rene (GMR), programmata in tutto il mondo per il 12 marzo è stata posticipata, Calabria compresa, a data da definire per emergenza Coronavirus. La celebrazione ha come obiettivo di divulgare l’andamento della Malattia Renale Cronica e di comprendere e mantenere sotto controllo le problematiche delle malattie renali per tracciare nuovi percorsi di intervento basati sulle necessità delle diverse aree. Dall’analisi dei dati calabresi si rilevano aumenti costanti della prevalenza (pazienti/pmp) e della incidenza (nuovi casi/popolazione totale) dei pazienti in dialisi. Aumenti da addebitare, in Calabria, alla totale assenza di prevenzione e alla vetusta organizzazione della rete nefrodialitica. Per una migliore performance delle nostre nefrologie e dialisi, in autunno, Aned Prevenzione ha chiesto e ottenuto dal dottore Antonio Belcastro, direttore Dipartimento Tutela della Salute, l’approvazione di due progetti dedicati ai pazienti in dialisi. Il primo di essi chiamato Pacchetto Accessi Clinici (PAC) per l’inserimento veloce in lista trapianto e il secondo per la costituzione di un Team di esperti per costruzione e monitoraggio Accessi Vascolari (VAT) da cui dipendono qualità della dialisi e sostanzialmente la sopravvivenza dei pazienti. Peccato che all’abituale sensibilità dell’apprezzato direttore Antonio Belcastro che, con incarico al direttore Mancini del Centro Regionale Trapianti, ha fatto preparare già a dicembre 2019 i relativi Decreti – non ha corrisposto sensibilità e laboriosità necessaria da parte del settore di competenza. E, qui rileviamo il disastro della gestione Oliverio, allorché ha fatto trasferire in altri settori i più valorosi dirigenti del Dipartimento Tutela della Salute – per tutti la storica e cara ai dializzati dottoressa Rosalba Barone – solamente per ignobili contrasti con il Commissario ad acta del tempo, e non solo di quel tempo. Oggi, 37 (trentasette) centri calabresi di dialisi trattano oltre 1500 (millecinquecento) pazienti nei quali, statisticamente, ogni anno vi è un ricambio quasi del 18% (circa 270 pz) per fine vita. Si comprende quanto importante sia intervenire presto per l’approvazione degli anzidetti progetti PAC e VAT, ambedue necessari per aumentare i trapiantanti e migliorare la condizione clinica del dializzato e conseguentemente la sopravvivenza degli stessi pazienti. A questa critica condizione ci si è arrivati, già da tempo, anche per la mancanza di titolarità dei responsabili di troppi centri dialisi e la non applicazione di Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) già approvato, che, aggiunti a strutture fatiscenti – Palmi, Vibo Valentia, Serra San Bruno -, concorrono al peggioramento delle condizioni di vita e di gestione dei dializzati e allontanano il progetto di Aned “Un mondo senza dialisi” sottoscritto il 16 settembre 2016 in Senato anche dal Ministero della Salute. Alla presidente della nuova Giunta Regionale, onorevole Iole Santelli, chiediamo un incontro per la soluzione dei problemi, di mera competenza politica, attinenti alla nefrologia e dialisi calabrese. In tempi di coronavirus, questa incontro è improcrastinabile! Nel frattempo, suggeriamo di predisporre nei centri dialisi una sala di isolamento dove trattare eventuali pazienti positivi che non richiedono supporto respiratorio. Poi di preparare scorte per materiali di dialisi necessari ad affrontare una eventuale crisi dei traporti. Bisogna essere pronti per ulteriori casi emergenziali. Aned è disponibile a ulteriori contributi, come l’implementazione dei turni per aumentare la distanza di sicurezza tra pazienti e, in caso di necessità, accogliere un numero superiore di pazienti, nonché l’implementazione delle dialisi domiciliari e, da subito, la realizzazione del “Progetto teledialisi”.