Ha preso carta e penna la mamma di Davide Ferrerio il ragazzo in coma irreversibile dopo essere stato brutalmente picchiato a Crotone, l’11 agosto scorso forse per uno scambio di persona, perché non ce la fa più a vedere lo strazio che il figlio per colpe non sue è costretto a vivere. Ha parlato di una sorta di condanna “all’ergastolo che sta vivendo Davide qui, in questa situazione”. Parole dure, di chi si sente impotente davanti tanta sofferenza, le parole di una mamma che avrebbe voluto inflitte su se stessa le pene del figlio, Giuseppina Orlando, ha affidato ai suoi legali uno sfogo per quella vita spezzata tragicamente e crudelmente: “Davide – scrive – stava spiccando il volo a 20 anni, non si possono distruggere i sogni, la vita, la gioia, le passioni semplicemente per il divertimento di questi folli. È ingiusto che io non abbia più un figlio come Davide. Che Davide debba soffrire tanto da innocente, e che noi familiari siamo stati costretti a sopravvivere a una tragedia inspiegabile, gratuita”. Poi racconta le ore, le settimane e i mesi vissuti dopo quel tragico 11 agosto ” siamo stati catapultati in un inferno che la galera non è nulla a confronto”. Davide, che ora è ricoverato in una struttura racconta la donna “è sempre peggio e io come mamma non ce la faccio più a vederlo soffrire da completo innocente. A 20 anni non si può vivere in stato vegetativo”. Intanto sul fronte giudiziario, il 3 aprile a Crotone è in programma l’udienza davanti al Gup per Nicolò Passalacqua, accusato di tentato omicidio in quanto autore del pestaggio e intenzionato a chiedere l’abbreviato, per la madre della 17enne al centro della vicenda (la ragazza comparirà il 5 aprile davanti al tribunale minorile) e Andrej Gaju – accusati di concorso anomalo in tentato omicidio. Gli avvocati della famiglia Ferrerio avevano chiesto un rinvio per verificare le condizioni del ragazzo: nel caso di morte cerebrale l’accusa sarebbe da modificare in omicidio aggravato che non renderebbe possibile il rito abbreviato. Il 3 aprile l’avvocato Bordoni potrebbe chiedere di modificare l’accusa dell’imputato in lesioni, che renderebbe possibile, in caso di morte, rifare un processo per omicidio.