Nocera Terinese, si è ripetuto il rito di espiazione dei “Vattienti”

Isabella Roccamo

Dopo le polemiche che avevano portato anche alla presentazione di una petizione popolare per richiedere lo sblocco, a cui era seguito un incontro tra la Pro Loco ed i commissari straordinari che reggono l’Amministrazione comunale, a Nocera Terinese, pur con le restrizioni imposte, si è svolto regolarmente il millenario rito dei “Vattienti”, persone che al culmine della Settimana Santa si flagellano per espiare i peccati, percuotendosi con un pezzo di sughero in cui sono conficcati tredici pezzi di vetro a simboleggiare Cristo e i dodici apostoli, compreso Giuda, la scaglia più lunga. Un momento di partecipazione popolare che ha mantenuto il tradizionale impatto emotivo, nonostante i limiti imposti dalla terna commissariale, tra cui quello di evitare gli “imbrattamenti con sangue e altri fluidi corporei di pareti e portoni di edifici pubblici e privati” o “l’utilizzo di calzari al fine di evitare possibili contatti diretti con fluidi ematici” per l’Ecce Homo che accompagna il vattiente e che, di solito, è scalzo.

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