“Due anni di pandemia che ha prodotto milioni di morti nel mondo e una guerra assurda appena cominciata che nessuno sa dove ci porterà cambiano profondamente il significato dell’8 marzo. Oggi non è una Festa perché la tragedia che stiamo vivendo e quello che sta accadendo non ci invita a festeggiare, ma solo a riflettere”. Lo afferma, in una nota, Amalia Bruni, leader dell’opposizione in Consiglio regionale. “Il Covid ci ha fatto pagare un prezzo altissimo – prosegue Bruni – anche in termini di peso familiare e sociale aggravando notevolmente la piaga del femminicidio e ora la Guerra in Ucraina dove le madri sono devastate dal dolore o per la perdita dei loro figli, della loro casa, dei loro affetti, dei loro compagni, oppure perché devono abbandonare le case e i loro luoghi affettivi. Una tragedia senza confini paragonabile solo alle atrocità viste durante la Seconda Guerra Mondiale. Oggi non possiamo parlare di Festa, ma dobbiamo fare il possibile per alleviare le sofferenze di questo popolo invaso e dobbiamo sperare ma anche lavorare perché questo avvenga, di far contare di più le donne in questo mondo”. “Siamo certi – sostiene ancora Bruni – che se ciò accadesse non ci sarebbero più conflitti devastanti come questo. La donna è madre, anche se non ha generato figli e quindi misura il suo vicino come prossimo e non come antagonista o peggio ancora come un nemico da combattere. Quella di oggi è una giornata particolare, fatta certo di fiori e di auguri, ma anche di sensibilizzazione a tutela del mondo femminile, troppo spesso vittima di violenza. E quanto sta accadendo in Ucraina, scuote tutto il mondo, specialmente in una giornata che ovunque si celebra l’universo femminile. In Ucraina, dove si combatte in mezzo alle strade e dove assistiamo a un esodo di milioni di civili, sono proprio le donne che mostrano tutta la loro forza”. “Quest’anno facciamo in modo – conclude la leader dell’opposizione in Consiglio regionale – che il simbolo dell’8 marzo sia rappresentato proprio dalle donne ucraine, tante madri e figlie in fuga da loro Paese per a causa di una guerra sanguinosa. E’ al loro essere disperate ma allo stesso tempo alla forza d’animo e determinazione che in modo simbolico il mondo vuole dedicare questo giorno”