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“Oggi nella Sala Consiliare del Comune di Soverato ho partecipato ad un incontro tra i Sindaci del basso Ionio catanzarese, le parti sociali e i lavoratori per affrontare insieme la questione dei tirocinanti delle amministrazioni pubbliche, che in tutta la Calabria sono circa 4500. – Così in una nota il Consigliere Regionale Ernesto Alecci a margine dell’incontro con le parti sociali, i sindaci e i tirocinanti enti pubblici a Soverato. – Ritengo fondamentale, infatti, che la vertenza debba essere discusa in forma partecipata, con il confronto tra tutti gli attori coinvolti. Da amministratore ho dato sempre massima priorità a questi temi, confrontandomi spesso con i tirocinanti assegnati al Comune di Soverato e ai Comuni del comprensorio, così come con i Sindaci del territorio. Ho potuto vedere in prima persona come la maggior parte di essi siano ottimi lavoratori, capaci di supportare l’attività dell’ente sia negli uffici che nelle attività esterne al Palazzo di Città, sopperendo alla ormai nota carenza di personale delle amministrazioni comunali. Si tratta in molti casi di padri e madri di famiglia che dopo tanti anni di precariato rischiano di perdere tutto, mettendo tra l’altro in crisi alcune funzioni degli enti in cui prestano servizio. La politica negli passati li ha “illusi” con un posto di lavoro a 500 euro mensili per anni, senza contributi, senza previdenza sanitaria, con la promessa di una stabilizzazione futura, mai avvenuta. La solidarietà credo non basti più, ora la politica deve trovare una soluzione. Occorre attivare un dialogo immediato con la Regione e il Governo per l’adozione di provvedimenti mirati che consentano un razionale assorbimento e impiego di questi lavoratori all’interno degli enti calabresi, anche tenendo conto delle differenti situazioni riguardo età anagrafica, età lavorativa, formazione scolastica e professionale. E situazioni di questo tipo devono essere da monito e da insegnamento: non è più ammissibile “creare precariato” senza risorse strutturali, progetti chiari e percorsi di inserimento lavorativo ben definiti. Casi come questo non devono più ripetersi!”