“Apprendiamo con grande soddisfazione la notizia della riattivazione della risonanza magnetica dell’Ospedale Civile di Praia a Mare, alto tirreno cosentino. Una battaglia vinta che ha visto Italia del Meridione schierata in prima linea nella denuncia e protesta di un’ennesima vergogna del sistema sanitario calabrese”. Lo afferma in una nota Serena Carrozzino, referente IDM Calabria, che aggiunge: “ Iniziato a settembre 2019 in seguito alla denuncia di un caso di malasanità e che ha fatto emergere la questione e cioè che nonostante il nosocomio praiese fosse dotato di una Tesla 1,5, questa giaceva da tre anni in una stanza inutilizzata. Purtroppo a pagare le spese di tale disservizio è stato mio padre. Il quale giunto al Pronto Soccorso il medico di turno diagnosticò la sindrome vertiginosa e non l’ictus che fu accertato solo più tardi e in un’altra struttura. La diagnosi errata e quindi la non tempestività del soccorso naturalmente hanno avuto delle gravi conseguenze. Tutto ciò che si poteva evitare se fosse stato sottoposto nell’immediato a risonanza magnetica. Come figlia e poi come donna impegnata politicamente sui territori con il movimento che rappresento -aggiunge Serena Carrozzino – ho intrapreso questa battaglia. Segnalazioni, interviste, interrogazioni regionali, dopo un anno finalmente oggi ripartirà il servizio, restituendo la risonanza ai cittadini del Tirreno Cosentino. Esprimo il mio personale ringraziamento verso il consigliere regionale Antonio De Caprio, che ha deciso di prendere in carico la nostra richiesta impegnandosi a risolvere in breve tempo la questione. Per tre lunghi anni i tanti amministratori locali e regionali che si sono susseguiti probabilmente non si sono impegnati fino in fondo per la riattivazione della risonanza, mi verrebbe da dire, con una battuta, la forza delle donne… o forse è semplicemente la mancanza di ascolto di quelle voci, a volte silenziose, a volte rumorose, che chiedono soltanto il riconoscimento dei propri diritti. Ritengo che questo sia il modo di fare politica e che ci rappresenta! È così che possiamo restituire fiducia alle persone verso le istituzioni, dando risposte immediate, soprattutto in campi sostanziali come quello sanitario. Ora, però, bisogna iniziare un’altra lotta, quella della riapertura dell’Ospedale Civile di Praia. La pandemia ha dimostrato come sia necessario che i territori siano attrezzati con presidi sanitari pronti a rispondere anche alle emergenze oltre a garantire livelli minimi di assistenza che sono stati compromessi in 10 anni di commissariamento. Quello di Praia a Mare è una delle più grandi vergogne del fallimento del nostro sistema sanitario, rappresentando inoltre un Ospedale di confine che chiuso garantisce quella migrazione sanitaria per cui la Calabria spende oltre 300.00,00 di euro l’anno”.
Carrozzino (IDM): risonanza magnetica a Praia, una battaglia vinta.
393
articolo precedente