Autismo, Marziale: “Asp Reggio continua non erogare cure bimbo”

Anna Franchino


L’Asp di Reggio Calabria continua a non erogare le terapie Aba ad un bambino autistico di 6 anni nonostante l’imposizione del Tribunale. Lo afferma il garante per l’Infanzia e l’adolescenza della Regione Antonio Marziale che rende noto il testo di una lettera ricevuta dall’avvocato Stefania Pedà, che segue la vicenda per conto della madre del piccolo. “Egr. dott. Marziale, con riferimento alla questione indicata in oggetto, esecuzione ordinanza Tribunale Civile di Reggio Calabria – scrive il legale nella lettera, resa nota dallo stesso Garante – ormai a lei nota, con sommo rammarico devo comunicarLe che l’Asp di Reggio Calabria persevera nell’inadempimento. Nonostante gli incontri e le definizioni delle modalità di esecuzione, ad oggi il minore, come tutti gli altri piccoli ricorrenti affetti da disturbo dello spettro autistico e destinatari del provvedimento giudiziario emesso in via d’urgenza, non ha la garanzia delle cure con metodo ABA, fondamentali per consentirgli di affrontare la vita di ogni giorno. L’Asp di Reggio Calabria non solo non sta adempiendo ad un provvedimento del Tribunale, ma sta anche pregiudicando le cure di soggetti minori e disabili, in violazione dell’art. 32 della Costituzione”. “L’avvocato Pedà – afferma Marziale – si riferisce al piccolino per il quale la madre era scesa in piazza urlando il proprio dolore al cospetto degli organi d’informazione ed io stesso sono stato tediato da rassicurazioni, da parte della terna commissariale, al punto che la stessa mi aveva autorizzato a rispondere alla mamma che il tutto avesse preso la piega risolutiva in pochi giorni. Successivamente, la mamma e l’avvocato Pedà mi hanno riferito a cadenza quasi giornaliera anche di angherie sugli appuntamenti dati dall’Asp e ad ogni mia sollecitazione mi sono sentito, a mia volta, rispondere ‘le passo questo, le passo quello…’. Un atteggiamento che non giustifico più e per il quale non posso continuare a fare da mediatore in quanto il tempo trascorso è troppo, se consideriamo che ad attendere è un bambino autistico”. “Autorizzarmi a riferire a genitori in attesa di soluzioni che poi non si verificano – dice ancora Marziale – è un atto che ritengo offensivo per il ruolo che istituzionalmente ricopro. Farmi uscire sulla stampa facendomi dichiarare una cosa per un’altra significa anche sviare la corretta informazione e mancare di rispetto agli operatori dell’informazione. Una catena che personalmente rigetto e della quale ritengo doveroso informare l’opinione pubblica, chiedendomi infine cosa si debba fare quando finanche un’ordinanza del Tribunale non viene eseguita. O forse la Calabria è uno Stato a sé?”.

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