“L’Autonomia Differenziata appena licenziata in Senato rischia di cancellare i diritti costituzionali delle popolazioni del Meridione d’Italia e, con esse, l’ esistenza delle minoranze linguistiche arbëreshe, grecanica e occitana di Calabria. L’Arbëria, già penalizzata da reiterati esercizi di discriminazione e negazione dei diritti di cittadinanza e di tutela della lingua e delle specificità culturali, con l’applicazione del regionalismo perverso contenuto nella Legge Calderoli, rischia di subire un accelerato processo di desertificazione demografica e culturale”, è quanto sostiene il Movimento federativo delle minoranze linguistiche. A riguardo Nuova Arbëria di Lungro lancia un appello alla politica e alla società civile calabrese finalizzato a sensibilizzare l’opinione pubblica alla mobilitazione su una “tematica che cambierà le sorti del Meridione d’Italia e delle minoranze linguistiche calabresi per porre un freno allo smantellamento in atto dei diritti sanciti dalla Costituzione. Se mai i Livelli essenziali delle prestazioni dovessero essere approvati, sarà una Commissione tecnica per i fabbisogni standard, composta da tecnici del nord scelti dalla Lega di Calderoli e Salvini, a definire le priorità degli interventi e la spesa storica, ad esclusivo vantaggio delle regioni più ricche. Questo subdolo e iniquo decentramento di potere dallo Stato alle regioni, di fatto, aumenterà le diseguaglianze nazionali e annienterà soprattutto le minoranze linguistiche calabresi”, conclude.
Autonomia differenziata: Nuova Arbëria lancia l’appello alla mobilitazione
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