Nel corso di un convegno a Morano Calabro il parlamentare ha denunciato la cronica emergenza ereditata ed ha messo in evidenza i significativi progressi ottenuti dal governo
Il convegno dal titolo “Carcere, Costituzione e Territorio”, svoltosi presso la sala consiliare San Bernardino di Morano Calabro, ha acceso i riflettori su alcune delle problematiche più urgenti legate alla gestione del sistema carcerario in Italia. L’evento ha visto la partecipazione di numerose personalità politiche e istituzionali della Calabria, tra cui spiccava l’intervento del senatore Ernesto Rapani (FDI), che ha affrontato in maniera diretta alcune delle criticità del sistema penitenziario italiano. Nel suo discorso, ha sottolineato l’importanza di affrontare il tema del sovraffollamento nelle carceri, un problema cronico che affligge molte strutture italiane, e ha ricordato come il governo attuale si stia impegnando per affrontare questa situazione attraverso assunzioni e nuove politiche. Il parlamentare ha tracciato un bilancio dell’azione di governo sul fronte delle politiche penitenziarie, evidenziando le difficoltà strutturali, ma anche i significativi miglioramenti ottenuti nel corso dell’ultimo anno. Rapani ha fatto riferimento a un sopralluogo effettuato nel marzo 2023 insieme al sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, nelle carceri della provincia di Cosenza. Durante quel tour, che ha toccato gli istituti di Cosenza, Castrovillari, Corigliano-Rossano e Paola, sono emerse criticità comuni a gran parte delle strutture penitenziarie italiane.
Le criticità evidenziate nel 2023
«Quello che abbiamo registrato quel giorno» ha spiegato Rapani, «è la presenza delle stesse problematiche in tutte le strutture: sovraffollamento, mancanza di un direttore stabile e, in alcuni casi, la totale assenza di un comandante della Polizia Penitenziaria». Il caso più emblematico è quello di Corigliano Rossano, dove un unico direttore era incaricato di gestire ben tre strutture, a causa della carenza di dirigenti. Oltre a ciò, vi era una cronica mancanza di personale della Polizia Penitenziaria, una problematica che accomuna la maggior parte degli istituti penitenziari del Paese. Al momento del sopralluogo, queste difficoltà apparivano come insormontabili, soprattutto alla luce del fatto che la situazione si trascinava da anni senza che venissero adottate misure concrete. «Eravamo consapevoli che la strada da percorrere sarebbe stata lunga e complessa» ha affermato Rapani, «ma oggi, a un anno e mezzo di distanza, possiamo affermare di aver raggiunto risultati significativi».
Assunzioni e potenziamento del personale
Uno dei risultati più importanti ottenuti nel corso del 2023 riguarda il potenziamento del personale della Polizia Penitenziaria. Rapani ha sottolineato come, nonostante la graduatoria per l’assunzione di nuovi agenti fosse stata ereditata dai governi precedenti, l’esecutivo abbia deciso di farla scorrere immediatamente, portando all’assunzione di 244 agenti in un primo lotto. Questo è stato solo il primo passo di un piano più ampio. «Abbiamo bandito il 183° corso, ha spiegato il senatore, che ha portato all’assunzione di 1700 nuovi agenti di Polizia Penitenziaria. Successivamente è stato avviato il 184° corso, concluso recentemente, che ha visto l’ingresso di altri 1400 agenti». Ha poi evidenziato come sia stato avviato un nuovo concorso che, entro il 2025, porterà all’assunzione di ulteriori 2600 agenti. «Grazie a queste misure, siamo riusciti a dimezzare la carenza di personale, che inizialmente contava 12000 unità» ha detto con orgoglio il senatore. Il piano di assunzioni, quindi, ha l’obiettivo di portare a un incremento complessivo di 6000 nuovi agenti entro il 2025, riducendo sensibilmente il gap rispetto al fabbisogno delle strutture. «Questo è un risultato che non possiamo sottovalutare» ha aggiunto Rapani, «perché garantire un numero sufficiente di agenti non solo migliora le condizioni di lavoro del personale, ma contribuisce a una gestione più sicura ed efficiente degli istituti».
La questione del sovraffollamento
Nonostante i progressi compiuti, Rapani ha ammesso che la questione del sovraffollamento rimane una delle sfide più complesse e difficili da affrontare. «Si parla sempre di sovraffollamento come di un’emergenza» ha dichiarato il senatore, «ma è un’emergenza che si trascina da decenni senza che nessuno l’abbia realmente risolta». Attualmente, il sistema penitenziario italiano dispone di una capienza regolamentare di circa 47000 posti, ma il numero di detenuti supera costantemente questa soglia, creando condizioni di vita difficili per i reclusi e complicando il lavoro degli agenti di polizia penitenziaria. «Il sovraffollamento non è solo un problema di numeri» ha spiegato Rapani, «ma ha conseguenze dirette sul benessere psicofisico dei detenuti, sulle condizioni igieniche e sulla sicurezza degli istituti». Per affrontare questa situazione, il governo sta valutando diverse misure, tra cui il ricorso a pene alternative per i reati meno gravi e un piano di ristrutturazione e ampliamento delle strutture penitenziarie esistenti. «Il problema del sovraffollamento non può essere risolto solo con nuove assunzioni» ha ammesso Rapani, «ma richiede un ripensamento complessivo del sistema sanzionatorio e della gestione degli istituti».
Nuove politiche per la gestione delle strutture
Oltre al potenziamento del personale, un altro risultato significativo ottenuto dal governo riguarda la gestione direzionale degli istituti penitenziari.«Ogni struttura carceraria d’Italia oggi ha un direttore stabile, non supplente o a scavalco» ha dichiarato il senatore, «e lo stesso vale per i comandanti della Polizia Penitenziaria». Questa misura ha l’obiettivo di migliorare la continuità gestionale e operativa all’interno degli istituti, garantendo una maggiore efficienza e una migliore risposta alle problematiche quotidiane. «La presenza di un direttore fisso in ogni struttura è fondamentale per affrontare in modo tempestivo le criticità che possono emergere» ha spiegato Rapani. «Non possiamo permettere che carceri con centinaia di detenuti siano gestite da dirigenti che devono dividersi tra più istituti, come accadeva in passato».
Prospettive future
Guardando al futuro, Rapani ha evidenziato come, pur avendo fatto passi avanti significativi, ci sia ancora molto da fare per migliorare il sistema penitenziario italiano. «Abbiamo ottenuto risultati importanti, ma non possiamo fermarci qui. La gestione delle carceri deve continuare a evolversi, e dobbiamo affrontare con coraggio sfide come il sovraffollamento e la carenza di risorse». Il governo è determinato a proseguire su questa strada, con l’obiettivo di rendere il sistema penitenziario più efficiente, sicuro e umano, sia per i detenuti che per il personale. Il parlamentare ha ripreso il tema del sovraffollamento delle carceri: «La situazione attuale vede una popolazione carceraria ben al di sopra della capienza regolamentare: a fronte di circa 47000 posti disponibili, vi sono oltre 61000 detenuti, con un surplus di circa 14000 persone. Ha poi analizzato la composizione della popolazione detenuta, mettendo in risalto alcune categorie particolarmente vulnerabili, come i tossicodipendenti, che rappresentano circa il 25% del totale, e i malati psichiatrici, che costituiscono un ulteriore 12%. Questi ultimi, ha sottolineato, soffrono particolarmente per la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, decisa anni fa senza una reale pianificazione per la loro sostituzione. «Avevano previsto l’apertura delle REMS, strutture riabilitative per i malati psichiatrici, ma queste non sono mai state realizzate in maniera sufficiente» ha spiegato, aggiungendo che un’adeguata gestione di questi detenuti in strutture appropriate potrebbe ridurre la popolazione carceraria e migliorare l’efficienza del sistema. Un altro dato rilevante riguarda la percentuale di detenuti stranieri, che costituiscono il 31% della popolazione carceraria, con circa 18000 persone incarcerate. Rapani ha condiviso la proposta del governo di far scontare la pena agli stranieri nei loro paesi di origine, attraverso la stipula di accordi bilaterali con le nazioni di provenienza. Questo, secondo il senatore, permetterebbe un alleggerimento immediato delle carceri italiane, con una riduzione stimata di circa 4000 detenuti. Una delle principali novità introdotte dal governo è il nuovo disegno di legge (DDL) Sicurezza, che include due capitoli fondamentali: uno sulla tutela degli agenti di Polizia Penitenziaria e un altro sugli strumenti per contrastare i disordini interni alle strutture carcerarie. Il rappresentante di Fdi ha sottolineato che, sebbene sia passato poco tempo dall’inizio di questa legislatura, il governo ha dimostrato attenzione a questi problemi, definendoli “storici” e frutto di una cattiva gestione passata.