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“Da Sindaco di Castrolibero ho contribuito fattivamente, già dai primi anni 2000, alla discussione sul ruolo, la funzione e la forma istituzionale che avrebbe dovuto avere l’area urbana cosentina, cominciando da una sana gestione associata dei servizi. – Così in una nota Orlandino Greco Vicesindaco di Castrolibero- Una discussione mossa da buoni propositi dagli allora autorevoli colleghi di Cosenza e Rende ma che alla fine, purtroppo e per svariate ragioni, non trovava uno sbocco risolutivo. Nel 2007, da Castrolibero, lanciammo un messaggio di apertura importante avendo avuto riconosciuti i chilometri urbani (e non più extraurbani) che la municipalizzata della città capoluogo percorreva nel nostro Comune, sancendo una pietra miliare nel processo di integrazione della nostra città nell’area urbana cosentina e superando la dicotomia, sempre in tema trasporti, anche con il Comune di Rende. Fu il primo grande contributo di Castrolibero, seguito poi dalla primigenia del Piano Strutturale Comunale (PSC) e del relativo Regolamento Edilizio ed Urbanistico (REU), al dibattito volto alla futura creazione di un’area metropolitana espansa a cerchi concentrici, partendo dal nucleo dell’area urbana Cosenza – Rende – Castrolibero, che potesse comprendere le Serre Cosentine, la Presila, il Savuto e la Media Valle del Crati. Dico ciò per sottolineare l’importanza dei processi dal basso rispetto a temi che vanno ad incidere direttamente sulla vita dei cittadini. Dunque, nell’accogliere favorevolmente i principi ispiratori della proposta di DDL sull’Area Metropolitana da parte della Consigliera Regionale Loizzo, mi preme riaffermare il primato del metodo. In primis, vi è già una proposta di legge regionale sulle fusioni (“Disposizioni in materia di riordino territoriale delle circoscrizioni comunali – Modifiche alla l.r. 13/1983”) rispetto alla quale sarebbe opportuno incidere, avendo gli strumenti per farlo, al fine di superare alcuni gap come le attestazioni sulle condizioni di bilancio degli Enti in fusione, l’obbligatorietà di studi di fattibilità e la creazione di un osservatorio sulle fusioni stesse. In secundis, ma non per ordine di importanza, non si può dimenticare la centralità dei comuni i quali rischiano, seguendo la logica della consigliera Loizzo, di diventare meri esecutori di istanze calate dall’alto. L’iter di un progetto di fusione, infatti, proviene dai consigli comunali, i quali possono essere chiamati a decidere anche sulla spinta popolare, ma restano i consigli stessi a deliberare singolarmente sulla fusione. Ciò che allora mi sento di suggerire all’On. Loizzo, nel rispetto istituzionale reciproco, è di evitare le fughe in avanti prive di condivisione. Occorre essere particolarmente accorti e ponderati quando in discussione ci sono in ballo storie, culture e tradizioni delle nostre comunità. Non è certamente il suo caso, ma su questi temi vanno messe da parte le ansie da prestazione elettorale, nonostante l’estate si preannunci particolarmente calda a causa del voto anticipato, per far posto ad un nuovo savoir-faire ispirato a cogliere realmente gli elementi di modernità di un nuovo municipalismo, partendo da ciò che di buono ha comportato l’azione dei sindaci dell’area urbana cosentina, i primi presìdi di democrazia in uno Stato sempre più confuso sull’importanza strategica delle autonomie locali. Ecco, è su questi temi Castrolibero c’è e ci sarà, con spirito costruttivo e con la forza dei fatti.”