“Poco spazio e poco appiglio ha avuto fino ad oggi l’Istituto delle Unioni dei Comuni che apporterebbe gli stessi vantaggi della Fusione, e per questo siamo al punto di partenza con una accelerata improvvisa, troppo repentina, direttamente verso la Fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero. Sin dal 2014 promuovo pubblicamente un percorso di condivisione dei servizi e delle manifestazioni culturali tra i tre Comuni ritenendolo ormai maturo sin da allora. CHIEDIAMO AIUTO ANCHE AI MEDIA!, per equilibrare maggiormente gli spazi delle diverse proposte. C’è bisogno di andare avanti, no di stare fermi o riproporre il passato, ma con un percorso più graduale per avere il tempo di acquisire maggiore identità comune. Un periodo cuscinetto con lo step appunto della Unione dei Servizi, un approccio meno repentino, con decisione dal basso e la consapevolezza di ciò che si sceglie, più dibattimento e allargamento dello stesso per coinvolgere appieno la popolazione AMPLIANDO LO SPAZIO PARTECIPATIVO. Il decisionismo è positivo, e su questo è apprezzabile l’azione dinamica e competente della Giunta regionale, ma sulle questioni prettamente di indirizzo della gestione amministrativa. Su questa della Fusione o no è giusto che decida il popolo. Condivisione dei Servizi che, per esempio, potrebbe riportare ai Comuni i servizi dati all’esterno (esempio calzante di questi giorni è il caso Maggioli a Rende dove oggi si scopre un mancato incasso di tributi locali per milioni di ero). E il risparmio del ritorno al Comune del servizio, “guadagnando” maggiori e strutturali risorse, potrebbe essere in parte utilizzato anche per assumere nuovi dipendenti. Le rimesse statali in caso di Fusione non sono invece strutturali venendo stanziate annualmente nel Bilancio dello Stato. Ma anche noi cittadini dobbiamo essere più presenti, non intervenendo solo al momento delle elezioni e votando liberandoci da vecchie logiche di appartenenza personale al candidato che ci ha fatto o ci potrà fare riparare la buca davanti casa. Ma anche con iniziative su singole problematiche con le opportunità che ci da la legge, come ad esempio le Petizioni o come quella data ai Comuni di riunirsi per presentare delle proposte di legge regionale. Altro tema, insieme a quello della non mortificazione della identità e delle tradizioni, è proprio quello del RESTRINGIMENTO DEGLI SPAZI DEMOCRATICI: si deve dare il giusto spazio al popolo, in proporzione però al numero di abitanti delle 3 singole Città (troppo squilibrato). Non perdere la possibilità di poter andare ad esprimere democraticamente il voto in ambito più ristretto, per i singoli Comuni, e continuare ad avere amministratori più prossimi, più facilmente raggiungibili. In un contesto di leggi elettorali per le Province, dove scandalosamente il popolo non può esprimersi, e per il Parlamento dove si impongono liste bloccate dalle segreterie nazionali dei partiti. NO AGLI ACCENTRAMENTI! NO ALL’AUTOREFERENZIALITÀ! MENO DISTACCO DALLA GENTE! E lancio un’altra considerazione sulla proporzionalità numerica, quella delle eventuali future elezione della Città unica: sarebbero comunque avvantaggiati, per la nomina a Sindaco e Consigliere comunale i candidati cittadini di Cosenza che prenderebbero più preferenze proprio perché, molti concittadini, per il SENSO IDENTITARIO DI APPARTENENZA CHE NON SI SCORDA DA UN MOMENTO ALL’ALTRO, preferirebbero costoro a candidati di Castrolibero o Rende. Molti politici VOGLIONO SPOSTARE IL DISCORSO DALLA INCAPACITÀ DI MOLTI DEGLI AMMINISTRATORI PUBBLICI CHE HANNO GIÀ AMMINISTRATO E CHE AMMINISTRANO A QUELLO DELLA INADEGUATEZZA DELLE DIMENSIONI ATTUALI DEI COMUNI. QUELLO CHE SERVE SONO GLI UOMINI GIUSTI NEGLI ENTI E NON CHIUDERE I COMUNI, che sono gli Enti più vicini alla gente, per spostare magari incapaci in Enti più grandi, più distanti, meno raggiungibili dai cittadini. E siccome abbiamo un raro esempio di un Presidente della Regione dinamico e preparato, chiediamo la riapertura della partita sulla Fusione e per illustrare ai cittadini e ai Sindaci dei piccoli Comuni che si può collaborare tra Città confinanti con Istituti di legge diversi, tipo appunto l’Unione, per “SALVARE CAPRA E CAVOLI”. Tutti gli obiettivi che si vorrebbero raggiungere con la Fusione si otterrebbero, meno dolorosamente, con la Unione. D’ALTRONDE È L’UNIONE CHE FA LA FORZA! NON LA FUSIONE.” Così il portavoce Carlo Rinaldo – esperto in materia amministrativa.
Comitato di Rende ‘Comunità in partecipazione diretta’: “Fusione No, è l’Unione che fa la forza”
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