Corrado (Gruppo Misto) sul videoclip di una canzone che strizza l’occhio alla criminalità organizzata e cita Cirò Marina

Anna Franchino

“La Commissione parlamentare “Antimafia”, di cui mi onoro di fare parte insieme al Presidente Nicola Morra e ad altri parlamentari calabresi, – scrive in una nota Margherita Corrado (Senato Gruppo Misto – Commissione Antimafia) – sta seguendo con attenzione la polemica che da qualche giorno occupa la stampa locale in merito al videoclip di una canzone in lingua napoletana (l’autore è infatti campano) che strizza l’occhio alla criminalità organizzata e cita espressamente Cirò Marina. Il brano è cantato da un giovane del luogo, peraltro coinvolto anche nel film che reca lo stesso titolo, e il video è stato girato appunto nelle strade della cittadina marinota. Il Sindaco ha espresso pubblicamente lo sdegno della parte sana della comunità, che non merita una simile ‘pubblicità’ negativa, arrivando fino alla querela nei confronti di quanti, sui social media, hanno trasceso e si sono lasciati andare ad offese personali. La Commissione “Antimafia” si riserva di promuovere e avviare approfondimenti al riguardo, dopo la pausa delle attività imposta dall’elezione del Presidente della Repubblica, anche dietro mia sollecitazione. La scabrosa situazione mi coinvolge, infatti, sia in quanto parlamentare del collegio Calabria 1 che conosce e a ha anche lavorato in passato a Cirò Marina, sia come membro della Commissione “Antimafia” che per di più ha depositato un disegno di legge proprio per l’introduzione, nel codice penale, del delitto di istigazione e apologia della criminalità (A.S. 1839), proposta che da giugno 2020 giace purtroppo arenata in Commissione Giustizia. Mi tocca, inoltre, anche come membro effettivo della commissione “Istruzione” e in fine quale componente della commissione straordinaria cosiddetta “Segre”, che analizza anche i fenomeni di istigazione all’odio e alla violenza, fattispecie rilevabile pure nel caso presente, date le reazioni scomposte di alcuni nei confronti del primo cittadino. La legalità è un principio ineludibile della vita civile e lo Stato-comunità non può che farsi paladino della sua difesa con il coinvolgimento esplicito di tutti, senza ambiguità che favoriscano in qualsiasi modo chi con la violenza dei propri comportamenti si pone fuori dal consesso sociale”.

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