Il Consiglio comunale, prima di occuparsi della crisi dell’Amaco, con una inversione dell’ordine del giorno proposta dal consigliere Giuseppe d’Ippolito, ha approvato il regolamento in materia di rateizzazione delle entrate di competenza dell’ente, tributarie ed extratributarie. Ad illustrare il punto, è stato il consigliere comunale Raffaele Fuorivia, delegato dal Sindaco Franz Caruso ai Tributi.
Preliminarmente Raffaele Fuorivia ha rivolto un doveroso pensiero e la sua vicinanza ai dipendenti dell’Amaco presenti in sala “che stanno attraversando – ha detto – un brutto periodo e tante difficoltà”. Quindi li ha subito rassicurati: “avrete la vicinanza totale e incondizionata mia personale e di tutto il gruppo che rappresento in Consiglio” (il PSI). Nel definire l’emendamento che era stato già votato, su sua proposta, nel Consiglio comunale del 28 dicembre scorso, il consigliere Fuorivia ha sottolineato che “questo è il provvedimento che impatta sui cittadini, a loro viene data la possibilità di superare il momento di grande difficoltà che stanno vivendo. L’Amministrazione comunale ha voluto essere vicina ai cittadini e dare loro la possibilità di pagare le imposte con rate minime di 50 euro, estendendo questo beneficio anche a chi è decaduto, al fine di riprendere i piani di rateizzazione. Questa misura – ha ribadito Fuorivia – consente di conciliare due esigenze: da un lato recuperare il più possibile le entrate tributarie che sono il fondamento delle entrate comunali e dall’altro venire maggiormente incontro alle esigenze dei cittadini consentendo loro di mettersi in regola. Non voglio – ha aggiunto Fuorivia – la paternità o diritti di primogenitura rispetto a questa iniziativa che appartiene anche alla minoranza, in quanto i colleghi della minoranza, su questo aspetto, hanno mostrato, sin dall’inizio condivisione ed il quadro unanime emerso dal Consiglio ne è la prova. Da qui a breve – ha concluso il consigliere Fuorivia – va fatto un altro sforzo, quello di creare, cioè, un rapporto migliore con il cittadino, consentendo accessi più agevoli e più democratici e riscontri più immediati”.
Un ringraziamento per l’impegno profuso da Fuorivia è stato poi espresso nel successivo intervento dal consigliere Francesco Luberto.
“L’emendamento che il collega Fuorivia ha fatto approvare – ha spiegato Luberto – riguardava un aspetto di questa nuova previsione rateale sulla quale il nostro gruppo consiliare ha puntato molto, soprattutto per l’effetto retroattivo per i contribuenti decaduti. Il principio che deve prevalere quando si parla di tributi – ha aggiunto Luberto – deve presupporre un rapporto armonico tra Amministrazione comunale e contribuenti. Un primo passo è stato compiuto. Ora dobbiamo puntare ad avere una macchina dei tributi più efficiente, in maniera da stabilire un dialogo costruttivo tra gli uffici e i contribuenti. Siamo comunque soddisfatti del risultato”.
In sede di dichiarazioni di voto, sul punto è intervenuto, inoltre, il consigliere Francesco Caruso che ha sottolineato come la rimodulazione del regolamento in senso più favorevole ai cittadini “va incontro alle contingenze gravi vissute da loro che sono oberati da mille obblighi. E’ un segnale importante – ha aggiunto – averlo adottato all’unanimità e aver dilazionato il più possibile il pagamento dei tributi. E’ importante tendere – ha detto ancora Francesco Caruso – tendere ad un’armonica soluzione della riscossione dei tributi. Infine ha espresso soddisfazione per i tempi ristretti di approvazione del regolamento con il voto favorevole ed unanime di tutti.
Sempre in sede di dichiarazioni di voto, ha poi preso la parola il consigliere Giuseppe D’Ippolito che, pur anticipando il voto favorevole, ha ribadito la posizione di attesa del suo gruppo in ordine all’assegnazione del servizio di riscossione. “Sarà questo – ha concluso – il vero problema”.
Prima dell’approvazione del regolamento all’unanimità è intervenuto anche il Presidente della commissione bilancio Gianfranco Tinto che ha chiarito i motivi alla base dell’emendamento introdotto. “Tra il primo e il secondo comma dell’articolo 6 – ha detto – c’era qualcosa che non andava, mentre ora siamo tutti d’accordo”.
La discussione sulla crisi dell’Amaco
Il Consiglio comunale è poi passato alla discussione sulla crisi dell’Amaco, delle prospettive future e delle possibili soluzioni da ricercare.
Dopo l’illustrazione, da parte del Consigliere Giuseppe D’Ippolito, delle motivazioni che hanno indotto la minoranza a presentare, sull’argomento, la richiesta di convocazione di una seduta aperta del civico consesso, ad intervenire, a nome dei dipendenti, sono stati alcuni sindacalisti, Claudio Morelli dell’UGL e Paolo Cretella della Uil.
“Siamo qui – ha detto il rappresentante dell’UGL Morelli -per dare un contributo al fine di capire le cose da far troppe parole tante cose da fare capire cosa realmente è possibile fare, di fronte ad un’azienda in crisi e in palese difficoltà e con un fallimento in atto. Bisogna anche interrogarsi sulla ricapitalizzazione”. Dopo aver ringraziato il Sindaco Franz Caruso per l’impegno che sta profondendo, il sindacalista Morelli, lungi da ogni polemica, ha chiesto cosa bolle in pentola. “Credevo – ha aggiunto – che la capitalizzazione fosse stata già fatta. Questa crisi la stanno pagando tutti, ma soprattutto i cittadini che non hanno più alcun servizio”. Morelli ha, inoltre, parlato di stillicidio di notizie e situazioni. Siamo qui a rappresentare umilmente i lavoratori.
Non siamo alla ricerca di responsabilità presenti e passate. E’ arrivato il momento dei fatti. I lavoratori vivono un disagio che nessuno può immaginare”.
Anche per il sindacalista Paolo Cretella della UIL “è’ il momento di fare chiarezza e capire la strategia che l’Amministrazione comunale intende intraprendere. Già si parla di concordato. L’importante è salvare un patrimonio storico che è della città, ma anche dei lavoratori che hanno offerto in passato un servizio di grandissima qualità. Ora è il momento di individuare una nuova rotta e determinarsi per salvare l’azienda. Il nuovo Amministratore Unico – ha aggiunto Cretella – si troverà ad affrontare un problema complesso. Bisognerà migliorare l’organizzazione del lavoro. E il Comune dovrà metterci delle risorse. In questo momento bisogna trovare una soluzione e siamo determinati anche noi a trovare una soluzione per dare risposte concrete”.
Esauriti gli interventi dal pubblico, il dibattito è entrato nel vivo con il consigliere Michelangelo Spataro che ha chiamato in causa l’Assessore al bilancio Francesco Giordano, dando lettura in aula del verbale dell’assemblea del 16 maggio 2020 nel quale lo stesso assessore – secondo quanto riferito da Spataro – avrebbe assunto l’impegno a ricapitalizzare l’azienda. Il consigliere Spataro ha poi aggiunto che “senza una ricapitalizzazione non ci si poteva attendere un corposo Piano industriale. Un piano industriale senza cifre – ha detto, inoltre – è un piano senz’anima.
Da questo dibattito non ho capito quali siano le reali intenzioni dell’Amministrazione. Come faranno i dipendenti a pagarsi lo stipendio, con 800 mila euro di perdite annue per il covid? Quali saranno le prospettive? Oggi avremmo voluto ascoltare una prospettiva più concreta, ma non sappiamo quale possa essere. Il mio auspicio è che presto possa essere trovata la strada maestra per ripartire”.
Nel successivo intervento, la consigliera Bianca Rende ha parlato di “consiglio che più che aperto sembra al buio”, definendo, inoltre, “demagogica e intempestiva la richiesta di convocazione da parte della minoranza”. “Avevamo poco da dirci – ha aggiunto Rende – il passaggio più delicato è quello dell’udienza per trovare la soluzione procedurale più appropriata per affrontare l’emergenza fallimentare. Bisogna conoscere le strategie. La procura – ha rimarcato Bianca Rende -scandaglierà bene gli ultimi anni di gestione dell’Amaco e forse porterà alla luce tante vicende. Tante stranezze potranno venire alla luce. Noi non siamo giustizialisti, ma siamo per la verità dei fatti”.
Poi Bianca Rende ha indicato una terza via “che è quella politica. Da un anno e mezzo sull’Amaco sarebbe stato utile accendere i riflettori affiancando l’Amministratore Unico nelle sue scelte. Ora, però, è tempo di remare tutti insieme nella stessa direzione per salvare i 135 posti, ma anche la dignità di quel lavoro. Occorreranno mezzi efficienti e puliti, procedere ad una ottimizzazione dei servizi e praticare la puntualità nei pagamenti. La politica dovrà dirci – forse è presto oggi – delle prospettive perché il piano industriale che si sta predisponendo ha bisogno di capire quali sono le intenzioni del Comune, non solo attraverso la ricapitalizzazione, ma anche attraverso la movimentazione di forme di aiuto che potranno venire dagli altri Enti. La Regione Calabria non si può girare dall’altra parte. E’ per questo che chiediamo che il nuovo assessore ai trasporti, insediatosi dopo Orsomarso, dia risposte cogenti. E la nostra deputazione parlamentare dovrà essere impegnata in prima linea per reperire qualsiasi forma di aiuto.
E’ anche tempo di decidere se l’azienda unica dei trasporti si farà o meno. Perché anche un’Amaco risanata è difficile che possa essere sostenuta solo dal Comune di Cosenza”. E Bianca Rende ha indicato quale unica soluzione possibile quella di “lavorare strenuamente per la realizzazione dell’azienda unica alimentando il piano industriale, allargando sguardo e visione. La politica deve svolgere il suo ruolo perché altrimenti non sarebbe sufficiente alcun tecnico. Non si potrà fare affidamento per molto tempo sull’autosufficienza finanziaria”.
Subito dopo è intervenuta la consigliera comunale Alessandra Bresciani. “La città di Cosenza – ha esordito -negli ultimi 10 anni non ha conosciuto, sulla mobilità urbana, una politica di programmazione, Ciò che si è fatto è stato frutto di scelte estemporanee e disorganizzate. Il risultato è stato il caos. D’altra parte – ha aggiunto Alessandra Bresciani – Cosenza non si segnala per il livello di soddisfazione dei suoi cittadini sui trasporti urbani. In verità non penso che l’Amaco negli ultimi anni abbia adottato delle linee guida, o ancor meglio, un piano industriale pluriennale.
Ma quello che è più grave è che l’Amaco, negli ultimi dieci anni, è stata utilizzata quale strumento per attività diverse. Non voglio porre in rilievo il silenzio assordante di tutti gli attori protagonisti nella vita dell’AMACO che hanno colpevolmente lasciato consumarsi l’azienda per la mobilità della città di Cosenza. So, però – ha detto ancora la consigliera Bresciani – che il futuro delle città è nei trasporti pubblici che restano uno strumento fondamentale per ridurre la congestione urbana, le emissioni di carbonio e l’inquinamento atmosferico, limitando il numero di auto private sulle strade cittadine. La qualità della vita delle città sarà inestricabilmente legata all’efficienza dei mezzi di trasporto pubblico, senza i quali le città si trasformeranno in un unico, gigantesco ingorgo. Ora non possiamo più perdere tempo. E allora cosa fare? – si è chiesta Alessandra Bresciani”. Diverse le proposte formulato nel corso del suo intervento dalla stessa consigliera: “Mettere l’AMACO sul mercato, in parte o totalmente, ovvero dare luogo ad un processo di aggregazione attraverso fusioni e/o acquisizioni. Perché, allora, non effettuare uno sforzo invitando operatori, sindaci, imprenditori privati, organizzazioni sindacali ed altri organismi ad individuare il percorso per una società’ di trasporto locale dell’area urbana che superi fittizi sbarramenti? Nel frattempo, però, l’azione amministrativa – secondo la consigliera Bresciani – può e deve promuovere e favorire l’utilizzo del trasporto pubblico in città”. Ed ha indicato una serie di misure da adottare, come le promozioni tariffarie a favore di studenti, nuclei familiari, pensionati, la promozione del biglietto elettronico, una campagna straordinaria di controlli sui bus, la risistemazione delle fermate centrali, l’ampliamento dell’offerta con l’introduzione di nuove linee, servizi speciali per i luoghi di cultura della città.
Il consigliere Giuseppe D’Ippolito, intervenuto subito dopo, pur affermando di trovarsi in difficoltà a contestare le affermazioni del Sindaco Franz Caruso, ha tenuto a sottolineare che “avremmo dovuto sapere oggi quale scenario futuro si prospetta per l’Amaco. Ha detto bene Spataro che è da maggio che si parla di ricapitalizzazione che non si è fatta perche é connessa alla presentazione del Piano industriale. Intanto la Procura si è attivata e ha verificato lo stato di insolvenza dell’Amaco per la mancata ricapitalizzione. Non siamo qui – ha aggiunto D’Ippolito -per una difesa d’ufficio del management, né dei dieci anni precedenti. Va detto, però, che nei precedenti esercizi di bilancio un solo anno l’Amaco ha chiuso in negativo”.
Il vero problema per D’Ippolito “è la gestione del rapporto tra Amministrazione a Amaco che si fonda su una forma di antagonismo. Ecco perché oggi ci troviamo a non avere una prospettiva”. D’ippolito ha raccolto l’invito del Sindaco a dare il contributo anche come minoranza, “ma – ha aggiunto – si deve partire da un atteggiamento completamente diverso. Fra tre anni – ha rimarcato – le nuove gare di affidamento regionale potrebbero cambiare gli scenari. In ogni caso, il punto di partenza della ricapitalizzazione è elemento fondamentale per salvare l’azienda”. Quindi, D’Ippolito ha concluso il suo intervento chiedendo una convocazione urgente in Commissione dell’Assessore e del nuovo amministratore unico.
Per la consigliera Concetta De Paola, Presidente della Commissione trasporti del Comune di Cosenza, “le problematiche dell’Amaco arrivano da lontano. Il Sindaco, comprendendo la gravità di una crisi che non era “congiunturale”, come inizialmente sostenuto dal precederete Amministratore di Amaco, bensì profondamente strutturale, iha intrapreso sin da subito, insieme agli assessori competenti, un dialogo costante con gli Amministratori dell’Azienda per creare quella sinergia e quella collaborazione necessaria per attuare una profonda politica di risanamento dell’azienda Amaco, ma, come ha ben illustrato lo stesso Sindaco, quella sinergia è venuta a mancare ed oggi siamo qui ad avviare una nuova fase costruttiva”.
Per Concetta De Paola “è essenziale ragionare nell’ottica della collaborazione, mettendo da parte lo spirito polemico; l’Amministrazione comunale e la Regione Calabria devono, in questo momento di grande difficoltà, fare tutto il possibile affinché l’Azienda sia salvata. Lo dobbiamo innanzitutto ai dipendenti di Amaco che hanno sempre svolto il loro lavoro con impegno e dedizione; donne e uomini che credono nel loro lavoro e che hanno il diritto di vivere nella certezza di poter garantire un futuro alle proprie famiglie e a loro stessi. Ciò che fa grande un’azienda non sono gli Amministratori, ma sono, primariamente, i suoi dipendenti che diventano una grande famiglia, parte integrante di un progetto comune che fa crescere quella realtà. Amaco – ha aggiunto De Paola – non è solo l’azienda del trasporto pubblico locale di Cosenza ed è, con i suoi dipendenti, una parte importante della storia della nostra città. Oggi il mondo va in un’altra direzione, oggi la sostenibilità ambientale ci impone di guardare al trasporto pubblico locale come una grande alternativa all’uso del mezzo proprio, per attuare parte di quelle politiche di transizione ecologica necessarie per migliorare la qualità della nostra vita e preservare il pianeta. Proprio per questo motivo non si può pensare che la città di Cosenza possa rimanere senza un’azienda propria di trasporto pubblico locale, anzi il servizio di trasporto pubblico deve diventare un fattore cruciale per il suo sviluppo”.
Nel successivo intervento, il consigliere Mimmo Frammartino ha chiesto un duplice impegno: che il nuovo amministratore unico ed il gruppo di lavoro che lo affianca si impegnino ad elaborare il piano industriale e a presentarlo, quando sarà pronto, dopo i necessari confronti che ci saranno e che, come con maestria ha detto il Sindaco nella sua chiarissima informativa, altri attori stiano dentro il progetto di rilancio.
Molto critico nei confronti della minoranza l’intervento pronunciato, subito dopo, dal consigliere Giuseppe Ciacco. “In questa città – ha detto – c’è gente che ha la faccia più tosta di 100 muri di cemento armato. E, signori della minoranza, siete proprio voi ad averla. E allora occorre fare piazza pulita delle vostre mistificazioni. Il Crac finanziario di AMACO ha una chiara responsabilità politica.
E questa responsabilità politica è ascrivibile per intero e solo a voi!”
Queste le spiegazioni fornite all’aula dal Consigliere Ciacco che ha sottolineato come “il dissesto economico di AMACO è il prodotto dell’ennesimo capitolo delle falsità contabili, delle quali voi siete stati, per un verso artefici e, per altro verso, correi”.
Ciacco ha parlato di “bilanci taroccati”. Ed ha aggiunto: “perché, senza neppure proferire una sillaba, avete consentito ad AMACO di riportare nei propri bilanci partite creditorie, rispetto alle quali, nei bilanci dell’ente municipale, mancavano le corrispondenti partite debitorie? Perché per anni avete approvato i bilanci di AMACO così artificiosamente confezionati? Perché non avete eccepito e preteso l’allineamento InfraGruppo delle linee di dare e di avere.
Voi avete consentito ad AMACO di prospettare una situazione contabile contraffatta, dalla quale risultavano crediti inesistenti e quindi una solvibilità drogata. Perché non avete applicato la legge? Noi la legge – ha detto ancora Giuseppe Ciacco – l’abbiamo immediatamente e rigorosamente applicata, pretendendo da AMACO di sterilizzare le partite contabili fasulle. Questa è la sola e unica verità. Se voi aveste applicato la legge oggi AMACO non sarebbe in queste condizioni. È inutile tergiversare – ha continuato Ciacco -. Voi avete offerto solidale connivenza ad un Management aziendale che con artifici e raggiri fino all’ultimo istante, rappresentava la crisi di AMACO come se fosse solo congiunturale e non viceversa, drammaticamente strutturale”. Quindi Ciacco ha ricordato che dall’insediamento della nuova Amministrazione a novembre del 2021, “con AMACO è stato, tempestivamente, transatto un debito di 3 Milioni di euro, un debito, fra l’altro, dalle tinte assai fosche che Voi – chissà perché – avevate, con imperterrita noncuranza, lasciato marcire.
La transazione ha consentito ad AMACO di ricevere, nelle proprie casse, un benefico apporto di 900 mila euro. Voi, nelle casse di AMACO, che cosa avevate versato? Neppure un centesimo. Noi abbiamo prontamente messo a disposizione di AMACO due beni, assolutamente, sufficienti e capienti, per dar corso alla relativa ricapitalizzazione. In mancanza di un piano industriale decoroso non si può ricapitalizzare alla cieca. Ora ci sono in gioco 135 lavoratori. I 135 posti di lavoro vanno salvaguardati tutti, uno per uno. È questo il nostro imperativo categorico. Che impone scelte e decisioni adeguate e proporzionate alla gravità della situazione, che vanno maturate e selezionate in una cornice di partecipata e diffusa condivisione con i lavoratori e le organizzazioni sindacali, avendo come punto di riferimento un Management aziendale che finalmente non sa praticare il gioco delle 3 carte”.
L’intervento del consigliere Ciacco ha provocato l’immediata replica del consigliere Michelangelo Spataro che ha chiesto di parlare per fatto personale essendo stato, nel periodo chiamato in causa da Ciacco, prima consigliere comunale e poi, dal 2017, anche assessore ai trasporti. Nella sua replica Spataro ha richiamato Ciacco al rispetto degli altri. “Non si può – ha puntualizzato Spataro – fare di tutte le erbe un fascio e addossare delle responsabilità a tre consiglieri di allora che oggi sono assessori e che sono persone rispettabili sotto il profilo professionale ed amministrativo e che hanno votato tutti i bilanci”.
Gli interventi dei consiglieri comunali durante il dibattito hanno stimolato l’Assessore Francesco Giordano ad intervenire a sua volta. Giordano ha anzitutto ringraziato la consigliera Bianca Rende per “l’intervento oculato e condotto con senso di responsabilità”. “L’obiettivo che intendiamo perseguire – ha detto inoltre l’Assessore Giordano – è fare in modo che Amaco stia in piedi e che conservi la sua autonomia finanziaria”. Chiamato in casua dal consigliere sulla mancata ricapitalizzazione, Giordano ha spiegato, confermando che “quando si registra una crisi, la capacità di riprendersi da un punto di vista finanziario e legata alla soluzione di ricapitalizzare. Va detto, però, -ha aggiunto l’Assessore – che non è che si possa ricapitalizzare senza seguire gli iter che ci impongono i testi unici e il codice civile. Si ricapitalizza solo a condizione che l’amministratore della società, che godeva della massima fiducia, dimostri che quella situazione di crisi sicuramente aggravata dalle congiunture, non fosse stata danneggiata da situazioni di squilibrio strutturali. Poi – ha detto ancora Francesco Giordano – mi sono interfacciato con i collegi sindacali ed è emersa la situazione di insalubrità di bilancio, perché erano anni che l’azienda riportava dei crediti maturati in maniera non del tutto legittima, e venivano attivati servizi senza seguire le procedure a regola d’arte e l’azienda registrava crediti non del tutto riscuotibili e che il comune non riconosceva. E’ una situazione emersa adesso, perché costretti dalla legge a farla emergere. Questo non significa che la Procura ha inviato al tribunale una istanza finalizzata all’estinzione dell’Amaco. C’è bisogno – ha ribadito Giordano – di un Piano industriale che dia garanzie ai dipendenti e al territorio e capace di dare una prospettiva seria di rilancio. I bilanci non sono stati gestiti con grande senso di responsabilità”. E rispetto all’accordo transattivo per riconoscere la sorte capitale del debito Giordano ha affermato che “potevamo andare avanti con il contenzioso ed oggi Amaco non avrebbe ricevuto neanche i 900 mila euro della commissione straordinaria”. E ha ribadito che il piano industriale prodotto non era sufficiente alla ricapitalizzazione. “Sul futuro dell’Amaco si è pronunciato chiaramente il Sindaco – ha aggiunto l’Assessore al bilancio . Potevamo lasciare le cose come stavano dando impulso all’iter per l’avvio di una procedura estintiva, ma questa Amministrazione, nella persona del Sindaco Franz Caruso, ha messo in piedi una squadra competente e che ringrazio e che è di grandissimo valore, e che ha presentato ricorso prenotativo per sondare la possibilità di accedere alle procedure, tipo il concordato. L’Amaco ha patrimonio e ricavi, requisiti che abbinati ad un piano industriale serio, permetteranno di avviare soluzioni transattive e di utilizzare gli utili non solo per estinguere le posizioni transatte, ma per riprendere le attività.
Se il ricorso dovesse avere esito positivo, avremmo il tempo di presentare un piano di rilancio e che avvii una contabilità nuova con l’intervento non solo del Comune ma anche della Regione per far fronte a queste sopravvenienze passive. In questa procedura di concordato in continuità il comune metterà tutte le risorse per ricostituire il capitale sociale minimo. A noi deve interessare che l’azienda vada avanti con le sue gambe e la tutela dei lavoratori”.